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Parole d'autore

Perché ogni giorno è Natale

di Ferruccio PARAZZOLI Redazione

20 Novembre 2009

Alzo gli occhi e noto con sorpresa che, tra una facciata e l’altra delle case, sopra le insegne dei negozi, qualcuno ha già steso le decorazioni luminose del Natale. Possibile, siamo già a Natale? Proprio così: nemmeno un mese ed è di nuovo Natale.
L’ultimo sembra stato appena ieri. Era la vigilia e passeggiavo sulla spiaggia del mio paese adottivo, in Liguria, in riva a un mare cupo e tranquillo sotto un cielo di nuvole, quando, venendomi tra i piedi una bottiglia vuota rotolata fin lì dalle onde, o abbandonata da qualche maleducato passante, mi venne in mente l’ultima volta che vidi il vecchio San Nessuno. Lo chiamavano così in paese, non era un frate, ma viveva coi cappuccini francescani al convento sopra la Baia Piccola. Lo vidi che veniva saltellando sulla spiaggia su un piede solo, secondo il suo solito, e rideva. «Buon Natale» gli dissi, sapendo già come avrebbe risposto perché da sempre era quella la sua risposta a chi gli augurava il buon Natale: «Ogni giorno è Natale, ogni giorno è Natale…».
Anche quest’anno San Nessuno avrebbe fatto un nuovo presepe per la chiesa dei frati. Lo costruiva dentro una bottiglia ed era sempre più piccolo. Quest’anno si diceva ne avesse fatto uno ancora più piccolo del solito tanto che poteva essere visto da una persona alla volta. Si dovette fare la fila per vederlo, e non tutti ci riuscirono. Ma tutti dissero che era bellissimo, il più bello di tutti. In verità, a occhio nudo non si vedeva quasi niente. Così, quando giunsi davanti alla bottiglia, tirai fuori di tasca una lente e scrutai attentamente attraverso il vetro. C’erano tutti: c’era la Vergine con il volto sorridente e minuscolo come la capocchia di uno spillo, San Giuseppe alto quanto un’unghia, c’erano i microscopici pastori, le pecorelle infinitesimali, ma la mangiatoia era vuota. Mancava il Bambino.
Per questo San Nessuno rideva saltellando con un piede solo sulla spiaggia mentre andava ripetendo: «Ogni giorno è Natale, ogni giorno è Natale…». Alzo gli occhi e noto con sorpresa che, tra una facciata e l’altra delle case, sopra le insegne dei negozi, qualcuno ha già steso le decorazioni luminose del Natale. Possibile, siamo già a Natale? Proprio così: nemmeno un mese ed è di nuovo Natale.L’ultimo sembra stato appena ieri. Era la vigilia e passeggiavo sulla spiaggia del mio paese adottivo, in Liguria, in riva a un mare cupo e tranquillo sotto un cielo di nuvole, quando, venendomi tra i piedi una bottiglia vuota rotolata fin lì dalle onde, o abbandonata da qualche maleducato passante, mi venne in mente l’ultima volta che vidi il vecchio San Nessuno. Lo chiamavano così in paese, non era un frate, ma viveva coi cappuccini francescani al convento sopra la Baia Piccola. Lo vidi che veniva saltellando sulla spiaggia su un piede solo, secondo il suo solito, e rideva. «Buon Natale» gli dissi, sapendo già come avrebbe risposto perché da sempre era quella la sua risposta a chi gli augurava il buon Natale: «Ogni giorno è Natale, ogni giorno è Natale…».Anche quest’anno San Nessuno avrebbe fatto un nuovo presepe per la chiesa dei frati. Lo costruiva dentro una bottiglia ed era sempre più piccolo. Quest’anno si diceva ne avesse fatto uno ancora più piccolo del solito tanto che poteva essere visto da una persona alla volta. Si dovette fare la fila per vederlo, e non tutti ci riuscirono. Ma tutti dissero che era bellissimo, il più bello di tutti. In verità, a occhio nudo non si vedeva quasi niente. Così, quando giunsi davanti alla bottiglia, tirai fuori di tasca una lente e scrutai attentamente attraverso il vetro. C’erano tutti: c’era la Vergine con il volto sorridente e minuscolo come la capocchia di uno spillo, San Giuseppe alto quanto un’unghia, c’erano i microscopici pastori, le pecorelle infinitesimali, ma la mangiatoia era vuota. Mancava il Bambino.Per questo San Nessuno rideva saltellando con un piede solo sulla spiaggia mentre andava ripetendo: «Ogni giorno è Natale, ogni giorno è Natale…».