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Curia

Due laici per la famiglia, ricchezza per la Chiesa ambrosiana

Con i coniugi Colzani, nuovi responsabili del Servizio diocesano, collaborerà don Tiziano Sangalli, rettore del Santuario di Santa Gianna Beretta Molla a Mesero, soprattutto per la formazione e la vita spirituale -

Eros MONTI Vicario episcopale per la Vita sociale Redazione

3 Marzo 2009

La nomina di Francesca Dossi e Alfonso Colzani a responsabili del Servizio diocesano per la famiglia rappresenta una novità rilevante per tutta la Chiesa di Milano. Per la sua pastorale familiare, anzitutto. Ma anche per i numerosissimi laici che la compongono.
Il fatto che al culmine di un triennio pastorale dedicato all’“Amore di Dio in mezzo a noi” che si manifesta specialmente nell’ambito familiare, il cardinaleTettamanzi abbia deciso di nominare una coppia di sposi come responsabili del Servizio diocesano per la famiglia, costituisce già di per sé un frutto di straordinaria importanza. Significa infatti che la famiglia è riconosciuta come soggetto in grado di farsi carico di sempre maggiori e nuove responsabilità in ambito ecclesiale, anche di rilievo. E come soggetto in grado di vivere e suscitare sempre nuove forme di corresponsabilità, da parte delle famiglie anzitutto, protagoniste insostituibili di una pastorale che vede in esse non realtà di cui doversi anzitutto prendere cura, quanto soggetti disponibili a svolgere un ruolo attivo, su molti fronti.
Su quello della testimonianza dell’amore coniugale, del prendersi cura della vita in ogni sua stagione, dell’educazione e della comunicazione della fede; ma anche di servizio alla crescita della comunità cristiana nel suo complesso e delle realtà con cui la famiglia è a stretto contatto. Si pensi al mondo della scuola, del lavoro, della società civile. Una sfida aperta alla cultura, al mondo, in cui la famiglia è non soltanto inserita, ma rappresenta un ambito per molti aspetti insostituibile, che merita spazi e riconoscimento adeguati.
È novità che certo si avvantaggia anche del cammino ricco, fecondo di questi anni, guidato sapientemente da don Silvano Caccia, che in diversi modi ha attivato sul territorio la responsabilità delle coppie e delle famiglie, e che ora trova in una coppia di laici responsabili una singolare attuazione e la premessa per un notevole sviluppo. La nomina di Francesca Dossi e Alfonso Colzani a responsabili del Servizio diocesano per la famiglia rappresenta una novità rilevante per tutta la Chiesa di Milano. Per la sua pastorale familiare, anzitutto. Ma anche per i numerosissimi laici che la compongono.Il fatto che al culmine di un triennio pastorale dedicato all’“Amore di Dio in mezzo a noi” che si manifesta specialmente nell’ambito familiare, il cardinaleTettamanzi abbia deciso di nominare una coppia di sposi come responsabili del Servizio diocesano per la famiglia, costituisce già di per sé un frutto di straordinaria importanza. Significa infatti che la famiglia è riconosciuta come soggetto in grado di farsi carico di sempre maggiori e nuove responsabilità in ambito ecclesiale, anche di rilievo. E come soggetto in grado di vivere e suscitare sempre nuove forme di corresponsabilità, da parte delle famiglie anzitutto, protagoniste insostituibili di una pastorale che vede in esse non realtà di cui doversi anzitutto prendere cura, quanto soggetti disponibili a svolgere un ruolo attivo, su molti fronti.Su quello della testimonianza dell’amore coniugale, del prendersi cura della vita in ogni sua stagione, dell’educazione e della comunicazione della fede; ma anche di servizio alla crescita della comunità cristiana nel suo complesso e delle realtà con cui la famiglia è a stretto contatto. Si pensi al mondo della scuola, del lavoro, della società civile. Una sfida aperta alla cultura, al mondo, in cui la famiglia è non soltanto inserita, ma rappresenta un ambito per molti aspetti insostituibile, che merita spazi e riconoscimento adeguati.È novità che certo si avvantaggia anche del cammino ricco, fecondo di questi anni, guidato sapientemente da don Silvano Caccia, che in diversi modi ha attivato sul territorio la responsabilità delle coppie e delle famiglie, e che ora trova in una coppia di laici responsabili una singolare attuazione e la premessa per un notevole sviluppo. Suscitare collaborazione Mi piace infatti osservare che Francesca e Alfonso potranno svolgere anzitutto insieme, come coppia, il loro servizio, condividendo per primi tra loro l’ascolto, il discernimento, le scelte che ne conseguiranno. Ma, soprattutto, sanno che la responsabilità che li attende comporterà il compito di suscitare il più possibile altre collaborazioni, ad ogni livello e con ogni altra competenza, in quella logica di comunione, collaborazione, corresponsabilità ecclesiali, tanto spesso richiamate dal nostro Arcivescovo come linee-guida di una pastorale di insieme, animata da un forte spirito di missionarietà.Non posso infine non mettere in evidenza l’importanza del fatto che altri nuovi laici assumano una diretta responsabilità nell’ambito della pastorale diocesana. Proprio nell’omelia dell’ultima Messa crismale, il 20 marzo 2008, il Cardinale invitava a riscoprire il valore singolare, per tutta la Chiesa, del «sacerdozio comune dei fedeli». Concludeva quella stessa omelia invitando tutti a «crescere nella comprensione e nella stima per il sacerdozio affidato a ogni fedele con il dono del Battesimo, così da saperlo maggiormente valorizzare».Sia questo l’augurio più sincero che vogliamo porgere a Francesca e ad Alfonso, ai loro figli e familiari, assieme a don Tiziano Sangalli che, conservando l’incarico di Rettore del Santuario di Santa Gianna Beretta Molla a Mesero collaborerà strettamente con il Servizio Famiglia soprattutto per quanto concerne l’ambito della formazione e della vita spirituale, al diacono Pietro Radaelli, anch’egli collaboratore del Servizio, all’ausiliaria diocesana Rosaria che presta il proprio servizio presso la Segreteria, ai molti che già in diversi modi hanno manifestato la loro partecipazione e la loro gioia per questo segno di novità. Con stima, vivissima riconoscenza e la promessa di una preghiera.