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Il cardinale sull'enciclica del Papa

«Collaboriamo tutti a creare un clima di speranza»

16 Luglio 2009

«Collaboriamo tutti a creare un clima di speranza» «L’Enciclica del Papa è l’Enciclica della speranza. Solo in un clima di speranza possiamo progredire; non funziona il clima del lamento continuo. Collaboriamo tutti per questo clima di speranza». È l’invito che arriva dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, che oggi si trova in Valgrisenche, a una ventina di chilometri da Aosta, per incontrare circa 300 giovani della diocesi ambrosiana che stanno trascorrendo una settimana di vacanza in campeggio tra le montagne.
Parlando dell’Enciclica sociale di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, il porporato sottolinea come «non c’è futuro senza solidarietà. È vera la formula “solidarietà + sobrietà = felicità”». Questo è un messaggio bellissimo. Non c’è nessuno al mondo – dice Tettamanzi – che non voglia essere felice e i ragazzi ci dicono che la strada per essere felici è da un lato quella dello stare insieme e dell’essere un gruppo, un paese, una città, un popolo, e dall’altra affrontare la vita non nell’esagerazione, nel consumismo, nell’arricchimento solo di tipo materiale, ma occorre affrontare la vita secondo la giusta misura e la sobrietà". «Collaboriamo tutti a creare un clima di speranza» «L’Enciclica del Papa è l’Enciclica della speranza. Solo in un clima di speranza possiamo progredire; non funziona il clima del lamento continuo. Collaboriamo tutti per questo clima di speranza». È l’invito che arriva dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, che oggi si trova in Valgrisenche, a una ventina di chilometri da Aosta, per incontrare circa 300 giovani della diocesi ambrosiana che stanno trascorrendo una settimana di vacanza in campeggio tra le montagne.Parlando dell’Enciclica sociale di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, il porporato sottolinea come «non c’è futuro senza solidarietà. È vera la formula “solidarietà + sobrietà = felicità”». Questo è un messaggio bellissimo. Non c’è nessuno al mondo – dice Tettamanzi – che non voglia essere felice e i ragazzi ci dicono che la strada per essere felici è da un lato quella dello stare insieme e dell’essere un gruppo, un paese, una città, un popolo, e dall’altra affrontare la vita non nell’esagerazione, nel consumismo, nell’arricchimento solo di tipo materiale, ma occorre affrontare la vita secondo la giusta misura e la sobrietà".