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«Tolleranza? No, accoglienza»

Alla conclusione dell'Assemblea Cei, il cardinale Bagnasco ha affrontato, tra l'altro, il tema dell'immigrazione clandestina: «Qualunque provvedimento il Parlamento prenderà, faccia salvo il duplice orientamento della giusta sicurezza dei cittadini e di quella tradizione di accoglienza che caratterizza la storia del nostro popolo»

5 Giugno 2008

30/05/2008

Più che di tolleranza «preferisco parlare di rispetto, di accoglienza». Questo il monito che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha lanciato questa mattina a Roma a conclusione della 58a Assemblea generale dei vescovi italiani, facendo riferimento ai recenti episodi di «intolleranza verso gli stranieri».

Un’accoglienza che va accompagnata da «quello sforzo educativo, che prevede il senso della legalità, che tutti dobbiamo compiere per creare una convivenza sempre più degna dell’uomo e, per noi cristiani, nel segno del Vangelo».

Entrando poi nel dibattito sull’immigrazione clandestina, il Cardinale ha precisato che «tutti noi speriamo che qualunque provvedimento il Parlamento prenderà faccia salvo il duplice orientamento della giusta sicurezza dei cittadini e di quella tradizione di accoglienza che caratterizza non solo la comunità cristiana, ma la storia del nostro popolo». Infine, «ciò che dev’essere temporaneo – ha concluso esprimendo un auspicio riguardo ai Centri di permanenza temporanea (Cpt) – non diventi troppo prolungato, e tantomeno permanente».

Altro tema trattato, i rapporti tra religione e politica. «Nel nostro Paese – ha detto il presidente della Cei – non esiste il pericolo di un utilizzo strumentale della religione, nel senso di trasformare l’esperienza cristiana in una “religione civile”. La religiosità ha sempre una ricaduta sul piano sociale, ma questo non significa che l’altare debba mettersi al servizio del trono, o viceversa». L’auspicio, già espresso nella prolusione, «è che il Parlamento si ispiri ai valori di solidarietà, fraternità e di un costruttivo spirito per affrontare i grandi problemi del Paese, al di sopra di interessi individuali o di parte».

«I cattolici in Italia non sono presenti soltanto in organizzazioni religiose, parrocchie, associazioni e movimenti. E quindi non necessariamente, nel campo politico, lo sono solo all’interno di organizzazioni etichettate», ha detto il Cardinale, che ha aggiunto: «Come vescovi noi siamo chiamati a guardare anche alle presenze dei credenti in quanto singoli nelle più diverse realtà e situazioni. Nello specifico del campo politico guardiamo così i “frutti”, auspicando che quelli buoni vengano da qualsiasi parte e non soltanto da parte cattolica».

Il cardinale Bagnasco ha toccato anche i temi della formazione ed educazione dei giovani (invocando «un potenziamento e un rilancio della pastorale giovanile ordinaria sia all’interno delle Chiese locali che dei movimenti chiamati tutti a essere punti di riferimento anche per chi non frequenta la Chiesa»), del sostegno alla scuola cattolica («i genitori possano avere libertà educativa concreta, usufruendo di sostegni, anche istituzionali, rivolti alle scuole non statali») e del sistema di sostegno economico alla Chiesa, a 20 anni dalla sua istituzione (una lettera dell’episcopato, approvata durante l’assise e destinata a essere inviata a tutti i vescovi e sacerdoti, ha l’obiettivo di ringraziare gli italiani e rilanciare il sistema dell’otto per mille «nel segno della trasparenza»).