20/05/2008
di don Massimiliano SABBADINI
Direttore della Fom e responsabile del Servizio
per i ragazzi e l’oratorio della Diocesi
L’oratorio estivo si affaccia decisamente, in questi giorni, tra gli avvisi parrocchiali, sull’agenda degli animatori e nei sogni di molti ragazzi che aspettano le vacanze. Il successo della forma estiva dell’oratorio è riscontrabile pressoché ovunque sul territorio della diocesi. È immediato constatare che ciò è dovuto – a differenza di altri momenti più ordinari – alla diretta risposta che le parrocchie offrono al bisogno delle famiglie nel periodo che segue la chiusura dell’anno scolastico.
Ore e ore di attività interessanti e “protette”, a basso costo e sotto casa rappresentano un bell’aiuto anche per chi non condivide tutti i percorsi educativi che gli oratori propongono normalmente. Un servizio sociale, dunque, che anche recentemente è stato da più parti riconosciuto e incentivato. Ma l’oratorio che si fa d’estate, se è anche questo, è più di questo. L’oratorio estivo è ancora più oratorio!
Lo si percepisce al volo passando in qualunque oratorio nei giorni dopo la metà di giugno: le attività si susseguono, le idee non mancano, i canti allietano e tutto è un po’ più colorato. Ma nessuna di queste cose ha in sé il suo scopo preciso, tutto concorre al fine – simbolico e concreto al tempo stesso – dell’educazione che fa vivere l’oratorio: vivere insieme, come fratelli. All’oratorio, d’estate, si vive insieme. Manca la notte, è vero, ma per quella ci saranno poi i campeggi e le settimane in montagna o al mare.
La genuina dimensione comunitaria è spesso la scintilla che fa innamorare tanti ragazzi del “loro” oratorio. Oggi non è scontato che tutti i giovani sperimentino davvero lo stare insieme, con il fascino e le difficoltà di questa bella “impresa”. E non è certo che tutti maturino il desiderio di crescere imparando a vivere insieme. Le ore trascorse con impegno e allegria all’oratorio estivo possono essere una straordinaria palestra di vita.