Sirio 26-29 marzo 2024
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La lezione di “don Gius”: «Aiuta il movimento ad amare il Vescovo e la sua Chiesa»

A tre anni dalla scomparsa di don Luigi Giussani, un ricordo del fondatore di Comunione e Liberazione nelle parole dell'assistente ecclesiastico diocesano di Cl

5 Giugno 2008
don Luigi Giussani. Ritratto

18/02/2008

di Gerolamo CASTIGLIONI
assistente ecclesiastico diocesano
della Fraternità di Comunione e Liberazione

«A tre anni dalla sua morte, domandiamo a don Giussani di continuare a farci compagnia sulla strada che ci ha tracciato. Soltanto percorrendo quella strada possiamo veramente conoscere, attraverso il testimone, la realtà di cui parla la realtà cristiana». Così ci ha scritto don Julian Carròn, successore di don Giussani, in una sua recente lettera alla Fraternità di Comunione e Liberazione.

Personalmente ho conosciuto don Giussani quando ero attratto dalla “teologia della liberazione”, ma non ero contento di essere sempre contro. I Ciellini mi lasciavano molto critico, ma nello stesso tempo alcuni incontri personali mi intrigavano parecchio. Non dimenticherò mai don Bruno De Biasio, parroco di Dergano, nella cui casa si incontrava il mondo intero senza teorizzare la globalizzazione,… ma vivendo una fraternità che corrispondeva al mio cuore.

Quando incontrai don Giussani mi disse: quello che interessa a te, interessa anche a me, se vuoi possiamo vederci qualche volta a pranzo. Fui introdotto così alla conoscenza del suo carisma e dopo alcuni mesi mi chiese di mettere la mia esperienza in diocesi al servizio del movimento. Mi chiese di diventare assistente ecclesiastico diocesano della Fraternità, tra lo stupore di tanti responsabili del movimento che ricordavano alcune mie esperienze precedenti.

Il cardinale Martini mi scelse all’interno di una terna di nomi e ora sono passati quindici anni, seguendo tutte le vicissitudini che la nostra presenza suscita in diocesi. Confermato dal cardinale Tettamanzi, ritengo che ancora molto si debba fare per mettere la Chiesa in stato di missione permanente, non facendo mille iniziative, ma riconoscendo la forza che lo Spirito ha scelto per l’evangelizzazione di questo inizio del terzo millennio.

Qualche mese prima della sua morte, don Gius mi ha detto a fatica, ma con decisione: «Aiuta il movimento ad amare il Vescovo e la sua Chiesa, rispondiamo con la testimonianza cristiana verso tutti, chi ha il cuore semplice, un giorno camminerà con noi in capo al mondo».