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Il Lezionario ambrosiano e l’Incarnazione

Ecco lo schema delle letture contenute nel Libro primo del nuovo testo. Si rinnova l'impostazione dell'Avvento, alla quarta domenica è collocato l'ingresso del Messia in Gerusalemme, mentre i misteri dell'Epifania si dispiegano nelle settimane seguenti la solennità

5 Giugno 2008

24/04/2008

di Norberto VALLI
membro della Congregazione del Rito ambrosiano

In vista dell’ormai prossima pubblicazione del nuovo Lezionario ambrosiano si rende noto lo schema delle letture contenute nel Libro primo, che accompagnerà la celebrazione del Mistero dell’Incarnazione, nelle sue diverse scansioni.

Si noterà anzitutto la rinnovata impostazione del tempo di Avvento. Nella successione delle domeniche la liturgia si fa eco dell’aspirazione di Israele e dell’intero creato alla salvezza, riproponendo le parole dei profeti fino a Giovanni Battista. Le prime cinque domeniche assumono dunque una titolatura che offre una chiave interpretativa dei testi proposti alla meditazione dei fedeli.

Rispetto al Lezionario finora utilizzato, non sfuggirà la collocazione alla quarta domenica dei brani relativi all’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme. In tal modo si recupera in pienezza un elemento della tradizione ambrosiana nel suo preciso contesto. L’itinerario culmina nella celebrazione dell’Incarnazione del Signore, che dà il nome alla sesta domenica di Avvento, più comunemente indicata come Divina Maternità della Beata Vergine Maria.

La ridefinizione della domenica successiva alla festa di San Martino quale punto di riferimento per l’inizio dell’Avvento comporta che periodicamente la vigilia di Natale possa cadere in un giorno domenicale. Questa ulteriore domenica, rispetto alle sei di Avvento, ha un ordinamento di letture specifico.

La seconda articolazione del Libro primo è costituita dalle feste natalizie. Meritano attenzione, in modo particolare, le messe vigiliari del Santo Natale e dell’Epifania. In vista di una loro celebrazione completa, il Lezionario propone le quattro pericopi anticotestamentarie con i loro salmelli, oltre all’epistola e al Vangelo. L’auspicio è che l’unica solenne Eucarestia, prevista nel rito ambrosiano nelle Grandi Vigilie, sia opportunamente sottolineata nella prassi pastorale delle nostre comunità.

Dopo la festa del Battesimo di Gesù, il rito romano inizia il tempo per annum, che si interrompe con la Quaresima per riprendere dopo Pentecoste. Il nuovo Lezionario ambrosiano preferisce connotare le settimane seguenti l’Epifania dispiegando i misteri concentrati in questa solennità. La memoria del Battesimo al Giordano in essa contenuta ha trovato già da tempo una sua riproposizione nella prima domenica dopo l’Epifania.

In coerenza con questo dato, si è stabilito di conferire di nuovo al segno epifanico di Cana il giusto rilievo, ogni anno, nella seconda domenica. E, parimenti, il miracolo dei pani, cantato nell’inno vespertino dell’Epifania, è proposto, nelle sue diverse redazioni, alla terza domenica, quando non coincide con la festa della Santa Famiglia. Le successive domeniche, celebrate o meno, in base alle esigenze di calendario, prevedono l’ulteriore approfondimento del significato della manifestazione di Cristo nella sua signoria divina sul creato e sulla vita dell’uomo.

A modulare il passaggio al tempo di Quaresima saranno sempre la domenica detta “della divina clemenza” e la domenica “del perdono”, nelle quali, contemplando la misericordia di Dio e la sua disponibilità a perdonare, ciascun fedele sarà aiutato a prepararsi in modo adeguato all’intensità dei giorni quaresimali.Sui Vangeli della Resurrezione, che arricchiscono ogni vigilia domenicale, si avrà modo di tornare.