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Economia

Via dall’euro? Conseguenze devastanti

Non capire che la situazione è totalmente cambiata, è il primo, grave errore. Oggi non competiamo più con le Opel, ma con il mondo intero

di Nicola SALVAGNIN

7 Aprile 2014

Chi propugna l’uscita dall’euro come panacea di tutti i mali, o non sa cosa dice, o sa di mentire. Ignoranza o malafede, dunque; ma indagare sulle cause non porta rimedio alle conseguenze: la predicazione anti-euro può causare gravi danni, perché l’uscita da questa moneta, per l’Italia, sarebbe semplicemente nefasta.

Lasciamo stare che non esiste un sistema codificato per uscire dall’euro. Non è vietato, ma non è nemmeno prevista una via d’uscita facilmente praticabile. Mettiamo che vadano al potere in Italia forze politiche spinte da un elettorato no euro, o che l’Europa si consegni nelle prossime elezioni a forze ostili alla moneta unica. O queste – dopo il voto – fanno esercizio di sana ipocrisia (vorremmo tanto uscire, ma…), o spingono veramente l’Italia o l’Eurozona verso questo salto nel buio. Cioè verso una nuova lira, che giocoforza varrà molto meno di quel tasso di conversione accettato 12 anni fa: sennò non vi sarebbe veramente alcuna convenienza a saltare nel buio.

Il mantra è quello della svalutazione competitiva, come negli anni Settanta quando si deprezzava la lira per rendere i nostri prodotti più convenienti rispetto a quelli tedeschi o inglesi. Non capire che il mondo è totalmente cambiato, è il primo, grave errore. Oggi non competiamo più con le Opel, ma con il mondo intero.

Ma poi vi immaginate cosa succederebbe nel periodo a cavallo tra le due monete? Una fuga di capitali folle, come la fuga delle aziende straniere che hanno investito qui (e quelle italiane che hanno investimenti altrove, che fanno?), i titoli di Stato che perderebbero buona parte del loro valore, i mutui, i carburanti che andrebbero alle stelle, tutti i beni importati che costerebbero il 30-40% in più in un amen… Una vera apocalisse che ci lascerebbe stecchiti: volevano salvare il malato-Italia, l’hanno ucciso.

Nemmeno la Grecia di due anni fa, che era veramente al muro, ha scelto di percorrere questa strada: ha preferito rischiare, che scegliere la morte certa. Sull’atavica irresponsabilità della politica greca si potrebbe scrivere un’enciclopedia: eppure non ha perso la testa e ce la sta facendo.

Altra cosa è rendere l’euro una moneta più flessibile, meno inchiodata a parametri ideologici ed economici discutibili, e al potere assoluto di un suo membro, la Germania. Che con questo tipo di euro ha accumulato una vera fortuna, non soffrendo nemmeno del problema del cambio alto (l’euro è una delle monete più apprezzate del globo) perché la maggior parte dei suoi prodotti ormai li fabbrica in altre parti del mondo. Ma è colpa della Germania se i suoi arroganti ed egoisti diktat non trovano opposizione alcuna? È colpa sua se, mentre lei costruiva la sua recente fortuna, noi si stava a gozzovigliare, a non decidere, a fare le cicale in un’estate che pensavamo eterna?

Loro saranno cattivoni, ma noi siamo stati irresponsabili. Non aggraviamo il tutto con gesti stupidi e masochisti. Alziamo la testa, cambiamo passo e lasciamo perdere le scorciatoie che non portano da nessuna parte.