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Terrorismo

Una mappa che fa paura

Tocca due continenti, Africa e Asia, con una forte concentrazione mediorientale, la galassia di matrice jihadista che insanguina diverse nazioni

di Daniele ROCCHI

6 Ottobre 2014

Dall’Iraq alla Siria, dallo Yemen alle Filippine passando per Somalia, Nigeria e Maghreb: la galassia dei gruppi terroristici di matrice jihadista è sempre più attiva e ramificata geograficamente. Del nucleo originario di al-Qaeda, che Osama Bin Laden fondò alla fine degli anni ’80 e che progettò gli attacchi alle Torri Gemelle a New York dell’11 settembre 2001, sembra essere rimasto poco sebbene la sua pericolosità resti immutata.

Stato Islamico (Is). A tutt’oggi il gruppo terroristico più organizzato e ricco è quello dello Stato Islamico (Is), che il 29 giugno scorso ha annunciato la nascita del califfato islamico nei territori conquistati che vanno dalla Siria nordorientale all’Iraq nordoccidentale, un’area grande quasi come il Regno Unito. Il suo leader Abu Bakr al-Baghdadi, si è autoproclamato califfo. Sconfessato da al-Qaeda, l’Is, secondo fonti di intelligence irachene, vanta tra le sue fila circa 28mila militanti di cui 2600 sarebbero stranieri. Presente in Siria e Iraq il gruppo è noto per le sue crudeltà che non esita a mostrare al mondo in video, come le decapitazioni di giornalisti stranieri.

Jabath al-Nusra. In territorio siriano è particolarmente attivo, in funzione anti-Assad, il gruppo Jabath al-Nusra, composto in larghissima parte da siriani (circa 6000). Si è fatto conoscere nel 2012 con una serie di attentati nel centro di Damasco. Il suo leader è Abu Muhammad al-Golani, che in passato ha combattuto sotto il comando di Abu Bark al-Baghdadi, attuale capo dell’Is. Secondo i media siriani al-Golani sarebbe morto in un attacco nella provincia di Latakia, ma il gruppo ha smentito la notizia. Con lo stesso obiettivo di al-Nusra, ovvero creare in Siria uno Stato islamico, combatte Ahrar al-Sham, il cui leader, Hassan Aboud, è stato ucciso il 9 novembre in un attentato suicida a Ram Hamdan. Pur teorizzando una visione fondamentalista dell’Islam collabora anche con fazioni di ribelli moderati per deporre il presidente siriano Bashar al Assad.

Ansar Bayt al-Maqdis. Noto anche come Ansar Jerusalem, il gruppo è legato ad al-Qaeda e ha come teatro di azione la penisola del Sinai, in Egitto. Sua la decapitazione di 4 egiziani considerati spie israeliane e la responsabilità di attentati contro polizia ed esercito.

Aqim. Si tratta del Gruppo di al Qaeda nel Magreb islamico, attivo nei territori del Mali, Niger, Algeria e Mauritania. Alleato dell’Is, il suo capo è Abu Abdullah Othman al-Assimi. Recentemente ha giustiziato un cittadino tuareg in Mali ritenuto complice dei Paesi della coalizione contro l’Is. Particolarmente attivo anche il gruppo jihadista algerino “Jund al-Khilafa”, vicino all’Is, che proprio di recente ha decapitato un ostaggio francese.

Ansar al-Sharia. “Partigiani della legge islamica”, questo il significato del nome, Ansar al-Sharia nasce in Libia a seguito della rivolta del febbraio 2011 contro Muammar Gheddafi. Il suo leader è Mohammad al-Zahawi. Il gruppo viene ritenuto tra i responsabili dell’attacco (settembre 2012) al consolato Usa di Bengasi, in cui fu ucciso l’ambasciatore statunitense in Libia Christopher Stevens.

Boko Haram. Presente in Nigeria dal 2002 ha come obiettivo creare uno Stato islamico e opporsi così all’educazione occidentale. Boko Haram, in lingua Hausa, vuol dire “l’educazione occidentale è peccato”. Da anni la Nigeria nordorientale subisce attacchi e attentati e a farne le spese è la popolazione civile. Grande risalto ha avuto il rapimento di oltre 200 liceali cristiane dalla scuola di Chibok, nel nordest del Paese. Lo scorso luglio Abubakar Shekau, leader di Boko Haram, ha dichiarato pieno appoggio al Califfato.

Al-Shabab. Legato ad al-Qaeda e composto da circa 8mila combattenti, tanti anche stranieri, il gruppo islamico al-Shabab, “la gioventù” è conosciuto in Somalia per una lunga scia di attentati, tra cui l’attacco del 2013 al centro commerciale Westgate di Nairobi, in Kenya, in cui furono uccise 68 persone.

Al-Harakat al-Islamiyya. Meglio noto come Abu Sayyaf, il gruppo separatista islamico ha la sua base nelle isole a sud delle Filippine, in Bangsamoro. Ha al suo attivo, dal 1991, una scia di attentati, autobomba, rapimenti e assassinii con il dichiarato obiettivo di creare di uno stato islamico nel sud delle Filippine. Di pochi giorni fa il video di due turisti tedeschi tenuti in ostaggio minacciati di decapitazione se la Germania non pagherà entro il 17 ottobre un riscatto di 4,4 milioni di euro e non deciderà uno stop al sostegno agli Usa contro l’Is.

Aqap. Acronimo di “Al-Qaeda nella Penisola arabica” è un gruppo terroristico attivo, dal 2009, nell’est dello Yemen e Arabia Saudita. Lo scopo è far cadere il governo yemenita e la monarchia saudita per istituire un califfato islamico.

Qaedat al-Jihad. La sua nascita è recente, risalirebbe, infatti, al 4 settembre scorso quando ad annunciarla è stato, in un video, lo stesso leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri. Si tratta del ramo indiano di al-Qaeda che punta così a risvegliare gli oltre 150 milioni di musulmani che vivono in India.