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Il risvolto

L’esperto: «Dal bullismo alla dipendenza il passo è breve»

Il dottor Luca Bernardo dirige il Centro multidisciplinare dedicato al disagio adolescenziale presso la Divisione di Pediatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano: «Tra i nostri percorsi ce n'è uno in cui ex bulli aiutano i ragazzi che ne sono vittime»

di Stefania CECCHETTI

9 Ottobre 2016

Un bambino vittima di bullismo, un’adolescente che ha problemi di alcol o droga, o una ragazza la cui privacy è stata pesantemente violata in rete. Situazioni tremende, di fronte alle quali gli stessi genitori non hanno idea di come intervenire. Per aiutarli dal 2008 è presente a Milano un servizio unico nel suo genere in Italia: il Centro multidisciplinare dedicato al disagio adolescenziale, attivo presso la Divisione di Pediatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Come spiega il direttore, il dottor Luca Bernardo, «il Centro nasce inizialmente come punto di riferimento per la prevenzione del cyberbullismo e delle attività illegali in rete. In seguito abbiamo allargato il nostro raggio di azione. Ci siamo infatti resi conto che concentrandoci solo su quell’aspetto perdevamo di vista quello che è purtroppo un passaggio naturale: tanti bulli sviluppano prima o poi dipendenze da alcol e droghe».

Insomma, il mondo del disagio giovanile è ampio e non si può certo ridurre al solo cyberbullismo. Per questo il Centro è in prima linea nella diagnosi e nella cura di diverse problematiche dell’età evolutiva e dell’adolescenza, come le dipendenze da sostanze, dal gioco e da internet, i disturbi alimentari, l’autolesionismo. Ma il Centro è anche un luogo di ricerca dove si studiano i fenomeni emergenti, monitorati in modo da intervenire prima che dilaghino.

Tra questi, spiccano alcune inquietanti “mode” che giungono in Italia attraverso la Rete, spesso dai Paesi anglosassoni, come illustra Bernardo: «Abbiamo il “vampirismo”, fenomeno alla ribalta dopo il successo di alcuni film e serie tv che hanno come protagonisti i vampiri: i giovani si ritrovano in gruppi, si tagliano e bevono il sangue l’uno dell’altro. Oppure c’è il lemon drink, molto diffuso nei locali dell’area del Veneto: i ragazzi hanno un adesivo a forma di limone sul maglione e le ragazze, con un bacio profondo dato a uno qualsiasi di loro, possono recuperare l’adesivo che vale un drink gratuito. Oppure ancora il binge drinking, quando gli adolescenti fanno a gara a chi beve di più nel minor tempo possibile».

Il lavoro del centro è multidisciplinare: l’équipe è attualmente composta da due psichiatri, un neuropsichiatra infantile, due psicologhe cliniche, un pediatra con formazione in adolescentologia e una nutrizionista. Sono inoltre attivi alcuni interessanti percorsi, che ci illustra ancora il dottor Bernardo: «Abbiamo una bella collaborazione con l’Accademia di Brera, grazie alla quale abbiamo avviato attività artistico-terapeutiche con i nostri pazienti. Abbiamo inoltre creato la prima palestra di autostima e autodifesa in cui insegniamo alle vittime del bullismo ad avere più fiducia in loro stesse, anche attraverso tecniche di autodifesa, che deve però essere solo l’ultima spiaggia. Uno dei nostri istruttori è stato un ex bullo. Chi meglio di lui può aiutare un ragazzo in difficoltà?». In palestra si lavora anche con i bulli stessi: «A loro insegniamo ad incanalare la propria rabbia in qualcosa di costruttivo», conclude Bernardo.

Info: tel. 02.63632903.