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Calamità

Filippine devastate,
al via la colletta per gli aiuti

La Cei ha disposto uno stanziamento di 3 milioni di euro per assistere le popolazioni colpite dal Tifone Hayan. Dalla Caritas Italiana un contributo di 100 mila euro

11 Novembre 2013

«Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere a essi anche il nostro aiuto concreto». Alla solidarietà espressa da Papa Francesco nel corso dell’Angelus di ieri, si è subito aggiunto lo stanziamento disposto dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana di 3 milioni di euro dai fondi derivanti dall’Otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza per le vittime e i danni causati dal Tifone Haiyan.

Il direttore di Caritas italiana, don Francesco Soddu, unendosi alle intenzioni di Papa Francesco, in solidarietà con tutte le vittime di tale catastrofe, ha sottolineato «l’importanza di un aiuto concreto e immediato». Caritas italiana ha già stanziato 100 mila euro per il tifone Haiyan – chiamato localmente Yolanda -, che ha colpito le Filippine, lasciando dietro di sé decine di migliaia di morti, feriti, dispersi. Il disastro si configura come «un’emergenza umanitaria di massa», di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, rafforzando la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere.

La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole Visayas, già recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è storicamente quella più a rischio di tempeste tropicali, anche per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas, quelle meno raggiungibili anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone avrebbero perso tutto. Hanno abbandonato le proprie case distrutte e si sono rifugiati in ripari di fortuna. I danni alle infrastrutture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno distrutto linee elettriche e strade, manca l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono completamente interrotte in ampie porzioni di territorio.

Padre Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine-Nassa, in contatto con le équipes delle Caritas diocesane delle Visayas, raggiunto al telefono, ha riferito alla rete internazionale Caritas che «Haiyan è il più forte e devastante tifone che abbia mai colpito il Paese. Caritas Filippine, col supporto della rete Caritas, sta inviando localmente ulteriori aiuti umanitari e operatori specializzati, oltre a quelli già attivi, per raggiungere le zone più gravemente colpite e più remote». Migliaia di persone sono già ospitate presso istituti, parrocchie e strutture Caritas, e ad altre 8 mila persone verranno forniti brevemente generi di prima necessità.

Ora il tifone rischia di colpire e di causare disastri anche in altri Paesi, come il Vietnam e il Laos. Caritas italiana è attiva da decenni nelle Filippine, in particolare nell’ambito delle ricorrenti emergenze naturali, come terremoti, alluvioni, frane, tempeste e tifoni tropicali. L’intervento si realizza a supporto di Caritas Filippine e in collaborazione con altre realtà locali, lavorando anche nella ricostruzione e nelle fasi successive.

Le parole del Papa e dell’Arcivescovo

«Vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone». È quella che ha espresso, ieri mattina, Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, ricordando che «purtroppo le vittime sono tante e i danni enormi». Il Pontefice ha invitato a pregare «un attimo, in silenzio, e poi alla Madonna, per questi nostri fratelli e sorelle» e ha sollecitato a «far giungere a essi anche il nostro aiuto concreto».
Alla fine della Messa presieduta ieri a Mosca, anche il cardinale Angelo Scola, col pensiero rivolto alla numerosa comunità filippina di Milano e all’immane tragedia capitata nel Paese asiatico ha voluto invitare a pregare «per i nostri fratelli delle Filippine, così gravemente colpiti dal disastroso tifone che ha causato 10 mila morti e 500 mila rifugiati».