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Il naufragio

Costa Concordia: improvvisamente il buio

La sofisticata tecnologia e lo scoglio all’isola del Giglio

16 Gennaio 2012
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A handout aerial view taken and released on January 14, 2012 by Italian Guardia de Finanza shows the Costa Concordia, after the cruise ship ran aground and keeled over off the Isola del Giglio, on late January 13. Three people died and several were missing after the ship with more than 4,000 people on board ran aground sparking chaos as passengers scrambled to get off. The ship was on a cruise in the Mediterranean, leaving from Savona with planned stops in Civitavecchia, Palermo, Cagliari, Palma, Barcelona and Marseille," the company said.      AFP PHOTO/ HO/ ITALIAN GUARDIA DE FINANZA

Affonda una nave da crociera e, per certi versi, ci ritroviamo tutti un po’ più fragili e indifesi. Quello che è avvenuto davanti all’isola del Giglio, con la Costa Concordia drammaticamente adagiata in mare e la tragica conta di morti, feriti e dispersi, colpisce fortemente tutti.

I primi racconti dei protagonisti e i primi resoconti dei cronisti usavano un’immagine scolpita nell’immaginario collettivo: quella del Titanic. Non siamo di fronte a un disastro delle stesse dimensioni, tuttavia anche la perdita di una sola vita umana è insopportabile. Il bilancio, per ora, è di tre morti e ci sarebbero numerosi dispersi, per i quali ci auguriamo il meglio.

Colpisce l’accaduto, per i suoi forti contrasti. Da una parte, la crociera, la vacanza galleggiante: luci, gioia, risa, benessere, la vita. Dall’altra, il buio e il terrore del naufragio, l’acqua gelida, il panico, la morte. Scene che si sovrappongono e che fanno pensare, tra l’altro, a ben altre situazioni di naufragi disperati, cui ci ha abituato purtroppo la cronaca: barconi di migranti, carrette del mare alla deriva tanto diverse dalla super imbarcazione da crociera, piena di tecnologia e potenza. Eppure come sembrano simili le grida di aiuto delle persone, la paura, l’impotenza, i pianti di uomini, donne e bambini.

Si assomigliano, tra l’altro, i tanti gesti di solidarietà che hanno illuminato anche questa notte di tragedia. Il prodigarsi dei soccorritori e la reazione disponibile di tanta gente sull’isola del Giglio e non solo, le coperte, l’offerta di un tetto, di attenzione e di vicinanza a chi soffre e ha paura. L’impegno spontaneo per aiutare, e anche la preghiera – perché no? – che certo non è mancata per le vittime e per chi è tribolato. Vicinanza e solidarietà. Anche da parte nostra.