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Dopo il terremoto

Haiti: dopo cinque mesi è ancora emergenza

Drammatica testimonianza di Davide Boniardi, responsabile dell'Area America della Caritas Ambrosiana, di ritorno dalla visita nell'isola sconvolta dal sisma. Ha portato solidarietà e assistenza al popolo martoriato

di Silvio MENGOTTO Redazione

8 Giugno 2010

«Ovunque mi girassi il terremoto era di fronte nella distruzione delle case, nei campi degli sfollati, nei volti delle persone. Lo sconcerto era anche nei volti degli addetti ai lavoro. Una devastazione così non si era mai vista. Era difficile entrare in relazione e reagire». Il commento è di Davide Boniardi, responsabile Area America del Settore internazionale di Caritas ambrosiana , di ritorno dalla visita ad Haiti dove ha portato la solidarietà e l’assistenza della Caritas ambrosiana al popolo martoriato di Haiti.
I dati del terremoto del 12 gennaio nell’isola, Paese più povero dell’America Latina, sono spaventosi. Il sisma ha colpito la zona occidentale procurando morte e devastazioni nella popolazione di 3,7 milioni di abitanti. Sono circa 230 mila le vittime, 300 mila i feriti gravi e oltre 1,2 milioni le persone sfollate, l’equivalente degli abitanti di Milano. Di questi circa 460 mila raccolti in 315 campi nella capitale, più di 600 mila hanno lasciato le zone colpite rientrando nelle zone di origine. Si stimano 250 mila case e 4.700 scuole distrutte.
La popolazione haitiana vive un’emergenza continua, oggi aggravata dall’arrivo della stagione delle piogge. «Non stiamo parlando di un terremoto a Milano – dice Boniardi – , ma di un Paese con il 72% della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, dove il 50% dei bambini non va a scuola e solo il 58% ha l’accesso all’acqua potabile. Nel Paese la forestazione è del 2%, significa siccità e scarsa fertilità dei terreni. La popolazione urbana 20 anni fa era il 28%, oggi è salita al 49%».
L’Onu ha dichiarato che ci vorranno almeno 4 anni per rimuovere tutte le macerie. La devastazione, continua Davide, «non permette di lavorare contemporaneamente su tutti i fronti. Girando per alcuni quartieri popolari la gente sa che sotto le macerie delle loro case ci sono morti che non si sa quando verranno estratti».
L’intervento della Caritas Ambrosiana si è attivato tramite Caritas Haiti, presente dal 1975, la quale oltre ai consolidati impegni in settori come l’alimentazione, la salute, l’educazione, l’abitazione, si è sempre attivata in ogni emergenza. La stessa confinante Repubblica Domenicana, dove storicamente sono mancati vincoli di amicizia, ha solidarizzato in modo significativo inviando alla popolazione 15 tonnellate di aiuti alimentari. Caritas Haiti a febbraio ha avviato un piano trimestrale (prima fase) per circa 31 milioni di euro.
In questo panorama Caritas Ambrosiana ha contribuito con 300 mila euro allo stanziamento di 3 milioni euro predisposto dalla Caritas Italiana. In particolare sono state affrontate due emergenze vitali: l’accesso all’acqua potabile e l’assistenza sanitaria. Nei cinque campi di sfollati più grandi sono «stati installati serbatoi e rubinetti per la distribuzione dell’acqua che permette di lavarsi e cucinare. Un’altra questione è quella di un riparo dove dormire. In alcune situazioni attraverso tende, in altre con la distribuzione di teli, strutture dove fissare chiodi, corde per costruire una specie di capanno».
L’intervento sanitario si è concretizzato con l’organizzare cliniche mobili e dispensari. Si è attivato molto l’ospedale S. Francesco di Sales e altri sia locali sia arrivati «attraverso lo sforzo di medici americani, venezuelani, cubani, la Croce Rossa colombiana, e anche medici lombardi. L’intervento sanitario – continua Davide – è stato importantissimo nelle prime fasi dell’emergenza in particolare per le amputazioni e il trauma psicologico».
Importante è stata l’attività con i bambini. «Ho visitato alcuni campi – riferisce Davide – dove si sono organizzati interveti di animazione, gioco, spazio ai compiti e al disegno, laboratori». Tramite Caritas Haiti si sta vagliando la possibilità di un “gemellaggio” nel quartiere di Citè aux Cayes, dove vive suor Luisa Dell’Orto o nella parrocchia Sant’Anna a Mare-Rouge dove sono presenti don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, fidei donum ambrosiani.
A luglio Caritas Ambrosiana incontrerà Caritas Haiti per mettere a fuoco le questioni aperte per il futuro. «Come Caritas Ambrosiana – dice Davide – entro l’autunno contiamo di iniziare l’analisi della realtà e di fattività con l’obiettivo di vedere come sostenere alcuni interventi che potrebbero essere di ricostruzione, educativa, la questione dell’acqua e del lavoro valutando soprattutto le proposte locali». «Ovunque mi girassi il terremoto era di fronte nella distruzione delle case, nei campi degli sfollati, nei volti delle persone. Lo sconcerto era anche nei volti degli addetti ai lavoro. Una devastazione così non si era mai vista. Era difficile entrare in relazione e reagire». Il commento è di Davide Boniardi, responsabile Area America del Settore internazionale di Caritas ambrosiana , di ritorno dalla visita ad Haiti dove ha portato la solidarietà e l’assistenza della Caritas ambrosiana al popolo martoriato di Haiti.I dati del terremoto del 12 gennaio nell’isola, Paese più povero dell’America Latina, sono spaventosi. Il sisma ha colpito la zona occidentale procurando morte e devastazioni nella popolazione di 3,7 milioni di abitanti. Sono circa 230 mila le vittime, 300 mila i feriti gravi e oltre 1,2 milioni le persone sfollate, l’equivalente degli abitanti di Milano. Di questi circa 460 mila raccolti in 315 campi nella capitale, più di 600 mila hanno lasciato le zone colpite rientrando nelle zone di origine. Si stimano 250 mila case e 4.700 scuole distrutte.La popolazione haitiana vive un’emergenza continua, oggi aggravata dall’arrivo della stagione delle piogge. «Non stiamo parlando di un terremoto a Milano – dice Boniardi – , ma di un Paese con il 72% della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, dove il 50% dei bambini non va a scuola e solo il 58% ha l’accesso all’acqua potabile. Nel Paese la forestazione è del 2%, significa siccità e scarsa fertilità dei terreni. La popolazione urbana 20 anni fa era il 28%, oggi è salita al 49%».L’Onu ha dichiarato che ci vorranno almeno 4 anni per rimuovere tutte le macerie. La devastazione, continua Davide, «non permette di lavorare contemporaneamente su tutti i fronti. Girando per alcuni quartieri popolari la gente sa che sotto le macerie delle loro case ci sono morti che non si sa quando verranno estratti».L’intervento della Caritas Ambrosiana si è attivato tramite Caritas Haiti, presente dal 1975, la quale oltre ai consolidati impegni in settori come l’alimentazione, la salute, l’educazione, l’abitazione, si è sempre attivata in ogni emergenza. La stessa confinante Repubblica Domenicana, dove storicamente sono mancati vincoli di amicizia, ha solidarizzato in modo significativo inviando alla popolazione 15 tonnellate di aiuti alimentari. Caritas Haiti a febbraio ha avviato un piano trimestrale (prima fase) per circa 31 milioni di euro.In questo panorama Caritas Ambrosiana ha contribuito con 300 mila euro allo stanziamento di 3 milioni euro predisposto dalla Caritas Italiana. In particolare sono state affrontate due emergenze vitali: l’accesso all’acqua potabile e l’assistenza sanitaria. Nei cinque campi di sfollati più grandi sono «stati installati serbatoi e rubinetti per la distribuzione dell’acqua che permette di lavarsi e cucinare. Un’altra questione è quella di un riparo dove dormire. In alcune situazioni attraverso tende, in altre con la distribuzione di teli, strutture dove fissare chiodi, corde per costruire una specie di capanno».L’intervento sanitario si è concretizzato con l’organizzare cliniche mobili e dispensari. Si è attivato molto l’ospedale S. Francesco di Sales e altri sia locali sia arrivati «attraverso lo sforzo di medici americani, venezuelani, cubani, la Croce Rossa colombiana, e anche medici lombardi. L’intervento sanitario – continua Davide – è stato importantissimo nelle prime fasi dell’emergenza in particolare per le amputazioni e il trauma psicologico».Importante è stata l’attività con i bambini. «Ho visitato alcuni campi – riferisce Davide – dove si sono organizzati interveti di animazione, gioco, spazio ai compiti e al disegno, laboratori». Tramite Caritas Haiti si sta vagliando la possibilità di un “gemellaggio” nel quartiere di Citè aux Cayes, dove vive suor Luisa Dell’Orto o nella parrocchia Sant’Anna a Mare-Rouge dove sono presenti don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, fidei donum ambrosiani.A luglio Caritas Ambrosiana incontrerà Caritas Haiti per mettere a fuoco le questioni aperte per il futuro. «Come Caritas Ambrosiana – dice Davide – entro l’autunno contiamo di iniziare l’analisi della realtà e di fattività con l’obiettivo di vedere come sostenere alcuni interventi che potrebbero essere di ricostruzione, educativa, la questione dell’acqua e del lavoro valutando soprattutto le proposte locali». Come offrire il proprio contributo – – Donazione on line con carta di credito su www.caritas.it- Donazione diretta presso l’Ufficio Raccolta Fondi (via San Bernardino 4, Milano – lun-giov h 9.30-12.30 e 14.30-17.30, ven h 9.30-12.30)- ccp n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana Onlus- cc bancario presso l’ag. 1 di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT16P0351201602000000000578- tramite carte di credito: donazione telefonica chiamando il numero 02.76.037.324 in orari di ufficio.Causale delle offerte (detraibili fiscalmente): “Emergenza terremoto Haiti 2010”.Attenzione alle truffe: nessuno è autorizzato dalla Caritas Ambrosiana a raccogliere denaro porta a porta per sostenere i progetti. In caso di dubbi contattare lo 02.76.037.1 o caritas.ambrosiana@caritas.it