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Scuola

Tempo di esami

Non solo per gli studenti degli ultimi anni, ma per l'intero sistema, che resta tuttora un cantiere aperto

Alberto CAMPOLEONI Redazione

23 Giugno 2009

È ormai finita la scuola, quella “in classe”. In momenti diversi, come si conviene al tempo dell’autonomia, allievi e studenti hanno lasciato le aule dove hanno vissuto per tanti mesi insieme. Per alcuni di loro è tempo di esami. La terza media, la maturità… Sono appuntamenti importanti, occasioni per mettersi alla prova. Quest’anno si replica la prova nazionale per la terza media, nella direzione di una verifica/valutazione degli apprendimenti il più possibile omogenea tra le diverse scuole. Il ministero è impegnato a dare “serietà” – come non perde occasione di ribadire – al sistema scolastico.
Questo impegno non ha evitato confusioni e disorientamenti. Proprio sulla valutazione, a fine anno, si sono accavallati messaggi diversi, con norme già in vigore e altre annunciate, ma il cui iter di approvazione non è stato completato e che potranno entrare in vigore solo dal prossimo anno scolastico. È scoppiato il caso del “sei rosso”, pende la questione del voto di condotta, con i primi bocciati per un cinque a fine anno…
Insomma, c’è ancora strada da fare, armonizzando autonomia scolastica, gestione degli istituti e capacità di orientamento nazionale. Verrebbe da aggiungere che non sarebbe male, anche, respirare un clima di maggiore fiducia e collaborazione in ambito scolastico, nella direttrice “verticale” che va dal centro alla periferia, dal ministero ai singoli istituti. Talvolta, infatti, sembra che amministrazione centrale e scuole “litighino” tra loro e, in alcuni casi, prese di posizione reiterate sul rigore, sulla serietà da promuovere e via dicendo, potrebbero lasciar intendere che il sistema va tenuto continuamente sotto tutela, che gli insegnanti e le scuole, senza l’occhio vigile e severo del Ministero, chissà cosa combinerebbero.
Un clima di maggiore serenità gioverebbe alla scuola, che continua a essere un punto di riferimento decisivo per la formazione delle giovani generazioni e, di conseguenza, per il futuro del Paese. Aiuterebbe, anche, un’informazione più attenta: il caso della ragazza «bravissima, ma clandestina» a Napoli, in bilico per l’esame di maturità perché non ha il codice fiscale, è un esempio. Anche dopo la precisazione puntuale del Ministero, che chiariva come non ci fosse alcun rischio per la giovane, che avrebbe fatto comunque l’esame, qualche titolo insisteva: «Niente maturità» per la studentessa.
Serve serenità, anche perché la scuola è ancora attesa a nuove e forti trasformazioni, in particolare per quanto riguarda la secondaria superiore, il cui processo di riforma si sta compiendo. Il Ministro ha presentato il riordino dell’istruzione tecnica e professionale e anche la riforma dei licei ha avuto il via libera del Consiglio dei ministri. Si dovrebbe partire con il 2010, sperando che non ci siano altre interruzioni.
La scuola, dunque, resta un cantiere aperto. Le vacanze che arrivano possono alleggerire tensioni e lasciar decantare quanto fatto finora. Per riprendere poi con efficacia i lavori in corso e cercare il più possibile condivisione e coinvolgimento da parte di tutti i protagonisti. È ormai finita la scuola, quella “in classe”. In momenti diversi, come si conviene al tempo dell’autonomia, allievi e studenti hanno lasciato le aule dove hanno vissuto per tanti mesi insieme. Per alcuni di loro è tempo di esami. La terza media, la maturità… Sono appuntamenti importanti, occasioni per mettersi alla prova. Quest’anno si replica la prova nazionale per la terza media, nella direzione di una verifica/valutazione degli apprendimenti il più possibile omogenea tra le diverse scuole. Il ministero è impegnato a dare “serietà” – come non perde occasione di ribadire – al sistema scolastico.Questo impegno non ha evitato confusioni e disorientamenti. Proprio sulla valutazione, a fine anno, si sono accavallati messaggi diversi, con norme già in vigore e altre annunciate, ma il cui iter di approvazione non è stato completato e che potranno entrare in vigore solo dal prossimo anno scolastico. È scoppiato il caso del “sei rosso”, pende la questione del voto di condotta, con i primi bocciati per un cinque a fine anno…Insomma, c’è ancora strada da fare, armonizzando autonomia scolastica, gestione degli istituti e capacità di orientamento nazionale. Verrebbe da aggiungere che non sarebbe male, anche, respirare un clima di maggiore fiducia e collaborazione in ambito scolastico, nella direttrice “verticale” che va dal centro alla periferia, dal ministero ai singoli istituti. Talvolta, infatti, sembra che amministrazione centrale e scuole “litighino” tra loro e, in alcuni casi, prese di posizione reiterate sul rigore, sulla serietà da promuovere e via dicendo, potrebbero lasciar intendere che il sistema va tenuto continuamente sotto tutela, che gli insegnanti e le scuole, senza l’occhio vigile e severo del Ministero, chissà cosa combinerebbero.Un clima di maggiore serenità gioverebbe alla scuola, che continua a essere un punto di riferimento decisivo per la formazione delle giovani generazioni e, di conseguenza, per il futuro del Paese. Aiuterebbe, anche, un’informazione più attenta: il caso della ragazza «bravissima, ma clandestina» a Napoli, in bilico per l’esame di maturità perché non ha il codice fiscale, è un esempio. Anche dopo la precisazione puntuale del Ministero, che chiariva come non ci fosse alcun rischio per la giovane, che avrebbe fatto comunque l’esame, qualche titolo insisteva: «Niente maturità» per la studentessa.Serve serenità, anche perché la scuola è ancora attesa a nuove e forti trasformazioni, in particolare per quanto riguarda la secondaria superiore, il cui processo di riforma si sta compiendo. Il Ministro ha presentato il riordino dell’istruzione tecnica e professionale e anche la riforma dei licei ha avuto il via libera del Consiglio dei ministri. Si dovrebbe partire con il 2010, sperando che non ci siano altre interruzioni.La scuola, dunque, resta un cantiere aperto. Le vacanze che arrivano possono alleggerire tensioni e lasciar decantare quanto fatto finora. Per riprendere poi con efficacia i lavori in corso e cercare il più possibile condivisione e coinvolgimento da parte di tutti i protagonisti.