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Ccee

Irc, una risorsa per l’Europa

A Strasburgo presentazione di un'indagine sull'insegnamento della religione cattolica

Carlo ROSSI Redazione

30 Aprile 2009

“Libertà di educare – Libertà religiosa oggi in Europa”: questo il tema della tavola rotonda che si terrà il 4 maggio prossimo a Strasburgo nella sede del Consiglio d’Europa. A promuovere l’incontro è il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana e la missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa.
L’evento sarà aperto da monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, e da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. L’incontro di Strasburgo è realizzato in occasione della pubblicazione di un’indagine europea sull’insegnamento della religione in Europa dal titolo “L’insegnamento della religione: una risorsa per l’Europa”. Attraverso la presentazione dei risultati di questa indagine, la tavola rotonda – spiega il Ccee – «intende mettere in luce i frutti recati all’insieme della società civile dell’insegnamento della religione».
L’incontro di Strasburgo – promosso «nel 60° anniversario dalla creazione del Consiglio d’Europa e alla vigilia delle elezioni parlamentari europee» – vedrà la partecipazione di numerose personalità del mondo politico (Ján Figel, membro della Commissione europea, responsabile per l’educazione, la formazione e la gioventù) e religioso (tra gli altri, il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee). La presentazione della ricerca è affidata a don Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio per l’insegnamento della religione della Conferenza episcopale italiana. «La situazione di crisi che oggi viviamo non è solo di natura economica – afferma padre Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee -, ma è una crisi valoriale e morale che in definitiva ha le sue radici nella crisi antropologica delle nostre società. In questo senso diventa sempre più chiara l’importanza di un rinnovamento delle radici antropologiche, attraverso un chiaro progetto educativo che comprende anche l’insegnamento della religione, non ridotto a una mera catechesi, ma veicolo di un’etica personalista e solidale, tanto necessaria nelle nostre società».
La ricerca si è svolta tra il gennaio 2005 e il novembre 2007. Partita da Roma, l’iniziativa è stata fatta propria dal Ccee, che ha permesso una più piena cooperazione da parte di tutte le Chiese cattoliche d’Europa. «L’indagine – spiega Alberto Campoleoni, che ha coordinato per il Ccee il Comitato di ricerca – voleva sì raccogliere informazioni e “fotografare” le diverse situazioni nei Paesi europei, ma anzitutto si proponeva di muovere le comunità cristiane, le Chiese nazionali, per fare un cammino comune sui temi dell’insegnamento della religione e raccogliere il loro punto di vista, il loro vissuto». La ricerca ha quindi permesso anzitutto la creazione di una rete di persone capaci di intrecciare le esperienze delle diverse Chiese d’Europa.
Il dato che emerge dalla ricerca riguarda la presenza di una qualche forma di Ir in quasi tutti i Paesi d’Europa. Questa presenza si realizza «con modalità che possiamo aggregare attorno a due principali formule: quella di un’istruzione religiosa basata sul modello delle scienze delle religioni gestito direttamente dallo Stato e quella di un insegnamento della religione a contenuto confessionale in cui le Chiese (e, dove presenti, altre denominazioni religiose) giocano un ruolo attivo». “Libertà di educare – Libertà religiosa oggi in Europa”: questo il tema della tavola rotonda che si terrà il 4 maggio prossimo a Strasburgo nella sede del Consiglio d’Europa. A promuovere l’incontro è il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana e la missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa.L’evento sarà aperto da monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, e da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. L’incontro di Strasburgo è realizzato in occasione della pubblicazione di un’indagine europea sull’insegnamento della religione in Europa dal titolo “L’insegnamento della religione: una risorsa per l’Europa”. Attraverso la presentazione dei risultati di questa indagine, la tavola rotonda – spiega il Ccee – «intende mettere in luce i frutti recati all’insieme della società civile dell’insegnamento della religione».L’incontro di Strasburgo – promosso «nel 60° anniversario dalla creazione del Consiglio d’Europa e alla vigilia delle elezioni parlamentari europee» – vedrà la partecipazione di numerose personalità del mondo politico (Ján Figel, membro della Commissione europea, responsabile per l’educazione, la formazione e la gioventù) e religioso (tra gli altri, il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee). La presentazione della ricerca è affidata a don Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio per l’insegnamento della religione della Conferenza episcopale italiana. «La situazione di crisi che oggi viviamo non è solo di natura economica – afferma padre Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee -, ma è una crisi valoriale e morale che in definitiva ha le sue radici nella crisi antropologica delle nostre società. In questo senso diventa sempre più chiara l’importanza di un rinnovamento delle radici antropologiche, attraverso un chiaro progetto educativo che comprende anche l’insegnamento della religione, non ridotto a una mera catechesi, ma veicolo di un’etica personalista e solidale, tanto necessaria nelle nostre società».La ricerca si è svolta tra il gennaio 2005 e il novembre 2007. Partita da Roma, l’iniziativa è stata fatta propria dal Ccee, che ha permesso una più piena cooperazione da parte di tutte le Chiese cattoliche d’Europa. «L’indagine – spiega Alberto Campoleoni, che ha coordinato per il Ccee il Comitato di ricerca – voleva sì raccogliere informazioni e “fotografare” le diverse situazioni nei Paesi europei, ma anzitutto si proponeva di muovere le comunità cristiane, le Chiese nazionali, per fare un cammino comune sui temi dell’insegnamento della religione e raccogliere il loro punto di vista, il loro vissuto». La ricerca ha quindi permesso anzitutto la creazione di una rete di persone capaci di intrecciare le esperienze delle diverse Chiese d’Europa.Il dato che emerge dalla ricerca riguarda la presenza di una qualche forma di Ir in quasi tutti i Paesi d’Europa. Questa presenza si realizza «con modalità che possiamo aggregare attorno a due principali formule: quella di un’istruzione religiosa basata sul modello delle scienze delle religioni gestito direttamente dallo Stato e quella di un insegnamento della religione a contenuto confessionale in cui le Chiese (e, dove presenti, altre denominazioni religiose) giocano un ruolo attivo».