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Esperienze

Badanti, presenze preziose nelle famiglie italiane

Sono 117 mila in Lombardia , di cui 46.800 prive di permesso di soggiorno , mentre sono 23.400 quelle regolari, ma con rapporto di lavoro in nero. Tanti volti, tante storie... Come quella di Maria, 52 anni, filippina. In attesa di provvedimenti legislativi, intanto, le Acli milanesi lanciano un nuovo servizio on-line

di Pino NARDI Redazione

2 Settembre 2009

Si è diffusa una gran paura in moltissime case. L’approvazione della legge sulla sicurezza che prevede il reato di clandestinità ha gettato nel panico tutte quelle famiglie che ospitano badanti straniere, che accudiscono anziani e malati italiani. Un fenomeno su larga scala: secondo una stima in Lombardia sono 117 mila, di cui prive di permesso di soggiorno 46.800, mentre sono 23.400 quelle regolari, ma con rapporto di lavoro in nero. Tanti volti, tante storie, anche tanta sofferenza di chi oggi ha paura anche di uscire di casa per non imbattersi in qualche poliziotto o carabiniere, che chieda loro i documenti.
Maria (nome di fantasia) ha 52 anni, è filippina, da tre anni vive insieme a una coppia di anziani italiani, che ha bisogno di assistenza. Ha presentato la domanda per i flussi nel dicembre 2007 e come tante è in attesa di una risposta. «Mi trovo bene con loro – dice Maria – li curo, do le medicine, vado a fare la spesa, li accompagno dal dottore, in ospedale. Insomma, faccio tutto qui». Unico momento di libertà è la domenica pomeriggio quando va a trovare la cugina. Maria è ormai essenziale nella vita di questa famiglia. «Negli ultimi giorni siamo molto preoccupati, hanno fatto una legge troppo pesante – dice Luigi – occorre convincere le persone a prendere decisioni valide. Noi ci sacrifichiamo anche economicamente, la paghiamo bene, non come fanno invece tanti altri. L’abbiamo sempre trattata bene e le vogliamo molto bene. Maria fa ogni cosa qui, è tutto in mano a lei. È bravissima».
In attesa di provvedimenti legislativi per ora solo annunciati, si mobilita l’associazionismo. In prima linea le Acli milanesi che lanciano un nuovo servizio sul portale www.aclimilano.com: Acli-Badanti & Colf Info Point. L’obiettivo è fornire assistenza, orientamento e informazione sulle questioni relative al lavoro domestico. Per realizzarlo le Acli hanno messo in sinergia le professionalità e le competenze delle realtà che da anni operano sul campo: l’associazione Acli Colf (offre un programma di attività formative, ricreative, informative e servizi di consulenza legale per colf e badanti), il Patronato Acli (attraverso lo "sportello immigrati" offre in particolare a colf e badanti aiuto per il rinnovo del permesso di soggiorno o il ricongiungimento familiare) e la Saf Acli (attraverso il proprio Ufficio gestione lavoro domestico offre ai datori di lavoro di colf e badanti un servizio di assistenza e gestione amministrativa). Si è diffusa una gran paura in moltissime case. L’approvazione della legge sulla sicurezza che prevede il reato di clandestinità ha gettato nel panico tutte quelle famiglie che ospitano badanti straniere, che accudiscono anziani e malati italiani. Un fenomeno su larga scala: secondo una stima in Lombardia sono 117 mila, di cui prive di permesso di soggiorno 46.800, mentre sono 23.400 quelle regolari, ma con rapporto di lavoro in nero. Tanti volti, tante storie, anche tanta sofferenza di chi oggi ha paura anche di uscire di casa per non imbattersi in qualche poliziotto o carabiniere, che chieda loro i documenti.Maria (nome di fantasia) ha 52 anni, è filippina, da tre anni vive insieme a una coppia di anziani italiani, che ha bisogno di assistenza. Ha presentato la domanda per i flussi nel dicembre 2007 e come tante è in attesa di una risposta. «Mi trovo bene con loro – dice Maria – li curo, do le medicine, vado a fare la spesa, li accompagno dal dottore, in ospedale. Insomma, faccio tutto qui». Unico momento di libertà è la domenica pomeriggio quando va a trovare la cugina. Maria è ormai essenziale nella vita di questa famiglia. «Negli ultimi giorni siamo molto preoccupati, hanno fatto una legge troppo pesante – dice Luigi – occorre convincere le persone a prendere decisioni valide. Noi ci sacrifichiamo anche economicamente, la paghiamo bene, non come fanno invece tanti altri. L’abbiamo sempre trattata bene e le vogliamo molto bene. Maria fa ogni cosa qui, è tutto in mano a lei. È bravissima».In attesa di provvedimenti legislativi per ora solo annunciati, si mobilita l’associazionismo. In prima linea le Acli milanesi che lanciano un nuovo servizio sul portale www.aclimilano.com: Acli-Badanti & Colf Info Point. L’obiettivo è fornire assistenza, orientamento e informazione sulle questioni relative al lavoro domestico. Per realizzarlo le Acli hanno messo in sinergia le professionalità e le competenze delle realtà che da anni operano sul campo: l’associazione Acli Colf (offre un programma di attività formative, ricreative, informative e servizi di consulenza legale per colf e badanti), il Patronato Acli (attraverso lo "sportello immigrati" offre in particolare a colf e badanti aiuto per il rinnovo del permesso di soggiorno o il ricongiungimento familiare) e la Saf Acli (attraverso il proprio Ufficio gestione lavoro domestico offre ai datori di lavoro di colf e badanti un servizio di assistenza e gestione amministrativa).