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Medici Senza Frontiere: no al pacchetto sicurezza

Preoccupano il prolungamento a 18 mesi nei Cpt e il reato di clandestinità. Il direttore Moschochoritis: «Accesso alla salute quasi inesistente». Chiesta una legge sull'asilo

5 Giugno 2008

26/05/2008

Il prolungamento da 2 a 18 mesi della permanenza nei Cpt degli immigrati e l’introduzione del reato di clandestinità preoccupano molto l’associazione umanitaria Medici Senza Frontiere, premio Nobel nel 1999 per la pace.

Secondo il direttore di Msf – Italia Kostas Moschochoritis, l’accesso alla salute degli immigrati in Italia è quasi inesistente: «Si veriferica il paradosso che queste persone trovano in Italia condizioni simili, dal punto di vista della salute, a quelle che hanno lasciato nei Paesi di provenienza».

Msf mette in guardia da un ulteriore peggioramento della situazione nei Cpt, dove, già in un’indagine del 2004, erano state riscontrate condizione sanitarie spesso al limite. Nei Cpt l’assistenza sanitaria non è organizzata e non dipende dalle Asl: è l’ente gestore che appalta a servizi privati la medicina degli immigrati.

Loris De Filippi, responsabile dei progetti italiani, propone un calcolo: «Ci sono circa 500 mila immigrati irregolari, perché inseriti nel decreto flussi. I Cpt possono contenere al massimo 2000 persone, mentre le carceri hanno una capienza di circa 40 mila posti. La domanda è ovvia: dove saranno collocati tutti gli immigrati clandestini?». Per De Filippi, se si inaspriscono le misure di polizia, uno degli effetti indiretti sarà l’aumento del potere dei “caporali”, che potranno utilizzare a loro favore l’aumento della precarietà di questi lavoratori.

Altro punto messo in evidenza da Msf è quello dell’asilo. Molte persone hanno avuto il diniego e c’è quindi il rischio concreto che l’Italia mandi a morire nel Darfur o in Somalia persone che chiedevano asilo politico in un Paese dove non esiste ancora una legge organica.