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Normativa

Anche le famiglie incapienti potranno rinegoziare i propri debiti

Approvato l’emendamento proposto dalle Fondazioni antiusura. Gualzetti: «Un sollievo per tante persone e aziende in sofferenza. Insieme possiamo farcela»

17 Dicembre 2020

Anche le famiglie incapienti avranno accesso alle norme sul sovra-indebitamento. Martedì notte è passato al Senato, al sesto tentativo, l’emendamento al Decreto Ristori chiesto dalle fondazioni antiusura. Inserite nella legge 3 del 2012 (la cosiddetta salva-suicidi) le nuove disposizioni saranno immediatamente applicabili.

«È un grande risultato che avvicina l’Italia all’Europa, un importante sollievo alle sofferenze di centinaia di migliaia di famiglie e piccole e medie imprese, un grande risparmio per la macchina giudiziaria», afferma Luciano Gualzetti, in qualità di direttore della Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione San Bernardino, i due enti che hanno promosso l’iniziativa elaborata da un tavolo tecnico istituto presso l’Università Cattolica di Milano e sottoscritta da 29 fondazioni e associazioni anti usura, 38 magistrati e 32 docenti universitari.

«Persone, istituzioni, associazioni sono stati capaci di convergere e collaborare su un obiettivo comune. I sovra-indebitati avranno uno strumento in più. E come dimostra anche l’esperienza degli altri paesi europei, questo favorirà anche la ripresa economica del Paese», ha sottolineato Gualzetti.

Tre le principali novità adottate.

Primo: viene introdotta la nozione di indebitamento dell’intero nucleo familiare, invece che individuale, assai meglio in grado di rispondere alle reali modalità con cui le crisi da sovra-indebitamento si manifestano e vanno gestite.

Secondo: viene estesa al debitore incapiente la possibilità della esdebitazione, consentendo una ripartenza (fresh start) anche per i debiti pregressi che non sono stati pagati.

Terzo: i finanziatori vengono maggiormente responsabilizzati e nell’ipotesi di concessione imprudente del credito, subiscono delle limitazioni di tipo procedurale.

L’introduzione di questi principi, per altro già previsti dal Codice della crisi la cui entrata in vigore è stata rimandata alla fine del 2021, daranno nuovo vigore alla cosiddetta legge salava-suicidi (la n.3/2012) che nei fatti è stata fino ad ora poco utilizzata: nel 2018 risultavano aperte appena 7.000 procedure, un numero molto più basso di quello prodotto da norme analoghe in altri Paesi europei, come ad esempio la Francia dove tra il 2011 e la fine del 2019 quasi 2 milioni di debitori sono stati esdebitati e reinseriti nel circuito creditizio e produttivo.

L’approvazione dell’emendamento, che era stato presentato già in occasione della conversione in legge di diversi decreti, incontrando sempre resistenze mai spiegate, anticipa in realtà gli effetti del Codice della crisi, permettendo a famiglie e piccole imprese di affrontare con maggiore serenità un anno che si annuncia già molto complicato per il perdurare della crisi economica e sociale che la pandemia si sta lasciando alle spalle.

«La legge sul sovra-indebitamento è solo uno degli strumenti legislativi e organizzativi per migliorare la condizione dei sovra-indebitati italiani. Ma è un decisivo passo in avanti, tanto più importante in un momento così grave per il Paese. Un risultato che dimostra che tutti insieme possiamo farcela», dichiara Gualzetti.