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Liturgia e arte

Evangeliario ambrosiano: la bellezza della Parola

Si avvia alla conclusione il progetto fortemente voluto dal Cardinale come dono alla Diocesi. Coinvolti importanti artisti contemporanei per continuare, rinnovandola, una tradizione millenaria

Mons. Domenico SGUAITAMATTI membro della Commissione per il Nuovo Evangeliario Ambrosiano

5 Settembre 2011

L’appuntamento è in Duomo per il solenne pontificale della notte del prossimo Natale. Alla presenza del Card. Angelo Scola, nella processione liturgica che partendo dalla sacrestia si avvicina lentamente all’ambone dell’altare maggiore, tra luci, fumi d’incenso e il canto dell’Alleluia, il diacono alzerà, per la prima volta, alla vista di tutti fedeli, il Nuovo Evangeliario Ambrosiano. Nello stesso istante, in tutte le parrocchie della Diocesi, si ripeterà il medesimo gesto. Il Nuovo Evangeliario è il dono del Card. Dionigi Tettamanzi,  alla Cattedrale e a tutte le comunità ecclesiali di Rito Ambrosiano, Dono da lui fortemente voluto come sintesi alta e preziosa del suo mandato di Pastore nella nostra chiesa milanese. Dopo aver annunciato e testimoniato con chiarezza e fermezza all’uomo contemporaneo l’irrinunciabile necessità della Parola evangelica, la sua attualità, grandezza e bellezza, consegna la medesima “Parola” al suo successore e a tutta la chiesa Ambrosiana nel segno del “Libro” liturgico per eccellenza, perché Essa continui a sedurre, indirizzare, consolare e scuotere le coscienze dell’uomo di oggi.

Un dono frutto di un progetto, non solo voluto, ma costantemente seguito dallo stesso Cardinale con un duplice scopo. «Promuovereun gesto altamente simbolico della missione più propriamente ecclesiale, quella di annunciare il Vangelo, ma anche favorire un’ ambiziosa operazione culturale capace di interessare il mondo dell’arte, del pensiero e della politica in senso alto. Il libro dei Vangeli custodisce infatti i valori fondativi e l’identità più preziosa della nostra società occidentale»: così si esprime il Cardinale nel Convegno che ha dato inizio al progetto affidato, poi, ad una specifica commissione da lui stesso nominata.

Parola ed immagine insieme. Parola annunciata oggi e manifestata, proclamata anche attraverso forme espressive contemporanee: questa la grande ed “audace” sfida sostenuta dal Card. Tettamanzi: «La realizzazione di un Evangeliario, in dialogo con l’arte contemporanea, vuole esprimere il nostro desiderio di rimanere vitalmente immersi nel nostro tempo. Con la realizzazione di questo Evangeliario ci proponiamo di raccogliere quanto di meglio è offerto in campo artistico per rivestire con un manto di bellezza quella Parola di vita che nella liturgia è pronunciata da Cristo stesso».

Immagine, dunque, non semplicemente “didascalica” che illustra o spiega, ma “profetica”, cioè voce che in forme e colori, al pari della Parola, è squarcio sul Mistero di Dio, sulla verità dell’uomo, spazio di incontro, dialogo e relazione con lo stesso Dio ed i fratelli. Tutto ciò nel solco dell’ antica tradizione di Arte Cristiana che trova la sua vera radice nell’ espressione centrale del Prologo di Giovanni: “Il Verbo si fece carne”, e dunque si rende visibile ai nostri occhi.

La settantina di tavole artistiche che annunciano la straordinaria ricchezza e bellezza della Parola evangelica proclamata nelle feste e solennità più significative dell’anno liturgico conoscono l’arcano sapore di spazi di “cose” che diventano spazi “di vita e di cuore” come solo sa cogliere, nelle sue fotografie, il sagace obiettivo di Giovanni Chiaramonte. Queste hanno  il compito, come portali di cattedrali, di aprire ed introdurre ai diversi Misteri dell’Anno Liturgico.

Si incontrano le profonde atmosfere, vive di colori vibranti e luminosi, frutto delle intuizioni di Ettore Spalletti, nelle quali  l’anima può immergersi alla ricerca di Dio e nella sua contemplazione; le festose composizioni di Nicola De Maria che da’ voce agli accesi colori dell’arcobaleno: squarci di uno spazio cosmico nel quale si intuisce la “Presenza divina”; il deciso, plastico ed efficace segno di Mimmo Paladino che, del Mistero, sa cogliere l’essenziale e lo traduce in immagini sintetiche, quasi primitive, ma ricche di fascino e seduzione e adagiate in atmosfere che hanno il sapore dell’infinito.

A questi artisti conosciuti e riconosciuti si affiancano le opere di due giovani emergenti: la forza plastica, scultorea dell’ originale figurazione di Nicola Samorì coraggiosa nel sondare, con umana onestà ed efficacia artistica, anche il dramma di Dio e dell’uomo; le solari immagini di Nicola Villa, gioiose nel raccontare non semplicemente una storia, ma  capaci di evocare l’ “Evento”, segnare un “Incontro”, registrare un “Dialogo”.

La realizzazione del progetto è ormai nella sua fase finale: gli artisti hanno completato le loro opere ed ora stanno lavorando ai bozzetti della “coperta” dell’Evangeliario. E’ questa un’operazione delicata, unica e fondamentale: infatti è la “coperta” ciò che è “mostrato solennemente” ai fedeli nell’ azione liturgica, per cui la preziosità dei materiali, l’equilibrio delle forme, la sinteticità e profondità delle immagini devono, subito, conquistare il cuore del fedele catturandolo allo splendore e alla bellezza della Parola e dell’intero Mistero di Dio.

Prima di essere rilegato manualmente con tecnica precisa ed adeguata, l’Evangeliario e l’intero progetto sarà proposto alla Città di Milano con un evento straordinario. Il 4 di novembre, a Palazzo Reale, i due Cardinali Tettamanzi e Scola, insieme, inaugureranno una mostra dal titolo ”La bellezza della Parola: il Nuovo Evangeliario Ambrosiano e capolavori antichi”, che rimarrà aperta fino al giorno 11 dicembre.

Tre sono le  sezioni previste nella mostra: quella, appunto, degli Evangeliari antichi e preziosi, testimoni di una Fede e di un’Arte che appartengono alla tradizione liturgica ambrosiana e lombarda, tra cui la “coperta” dell’Evangeliario di Ariberto; l’uso liturgico dell’Evangeliario nella contemporaneità con l’esposizione anche dell’Evangeliario  posto sulla bara ai funerali del Beato Giovanni Paolo II, di Paolo VI e di Giovanni Paolo I; ed infine la terza sezione, la più ampia, dedicata alla “Parola” e alle “Immagini” del Nuovo Evangeliario Ambrosiano.

La stessa mostra prevede anche un percorso in altri due punti della città: alla Galleria d’Arte S. Fedele dove saranno esposti i bozzetti preparatori e tutta la ricerca tematica ed artistica che commissione ed artisti hanno portato avanti insieme in un costante confronto e dialogo, e alla Chiesa di S. Raffaele, dove alcuni degli autori dell’Evangeliario proporranno non opere semplicemente da esporre e vedere, ma opere in dialogo con la stessa liturgia, capaci di avvicinare il fedele alla bellezza del Mistero Eucaristico contemplato ed adorato quotidianamente nella chiesa stessa. Queste parole ancora dell’Arcivescovo testimoniano il senso ultimo e profondo dell’intero progetto e la sorgente vera da cui esso è scaturito: il cuore di un “Pastore” appassionato per il suo gregge che dopo averlo accompagnato, educato, guidato, consolato, amato, ad esso lascia, quale vera eredità, non la propria immagine ma quella dell’unico e vero Buon Pastore. «L’unico grande desiderio della mia vita è quello di donare il Vangelo. Perché il Vangelo è vita, è salvezza, è annuncio e realizzazione di gioia. Desidero consegnare il Vangelo come il tesoro più prezioso: un libro da leggere col cuore, da venerare con affetto, perché è Cristo stesso, il Verbo di Dio».Grazie Card. Dionigi!