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La storia

Dalla Brianza al Louvre,
nel segno di Giovanni Paolo II

Raffaele Francomano, giovane acquarellista di Giussano e presidente dell’associazione Arteinsieme, ha partecipato al Salone internazionale di Arte contemporanea al prestigioso Museo parigino, esponendo, tra l’altro, un ritratto di Papa Wojtyla. Ci racconta la sua esperienza

di Stefania COLOMBO

30 Ottobre 2013

Louvre è sinonimo d’arte. Lo sa bene la moltitudine di visitatori che ogni giorno affollano le sale del museo parigino. Forse però non tutti sanno che al Louvre non si espongono solo opere del passato: due volte l’anno – in giugno e in ottobre – il Carrousel du Louvre ospita il Salone internazionale di Arte contemporanea, una fiera a cui partecipano artisti provenienti da tutto il mondo. Una prestigiosa vetrina internazionale che nell’ultima edizione – svoltasi lo scorso fine settimana – ha visto fra i partecipanti numerosi artisti italiani, tra i quale anche Raffaele Francomano, giovane che risiede e lavora a Giussano (Monza e Brianza).

Reduce da questa esperienza, Francomano descrive il suo arricchimento culturale prodotto dai numerosi stimoli ricevuti nel corso del suo soggiorno nella Ville Lumière, «non solo fra i padiglioni del Louvre – confessa -, ma in ogni angolo di Parigi, città nella quale ti sembra di “respirare” arte». Idee, atmosfere e spunti che ora serviranno a Raffaele, una volta rientrato in Italia, per proseguire la sua ricerca artistica. Una ricerca che l’artista conduce sia a titolo personale, sia in senso collettivo, con l’associazione Arteinsieme di cui è presidente.

«Per me l’arte è fatta di ricerca – racconta -. E non esiste ricerca senza confronto con gli altri. Anche per questo, dopo i miei studi artistici sono quasi subito entrato nella associazione Arteinsieme, da allievo prima e da insegnante poi. Sono convinto che l’incontro con altre persone sia fondamentale per progredire». Incontri che non sono mancati durante l’esposizione al Louvre: artiste coreane in costumi tradizionali stazionavano a pochi metri da sculture ispirate alla pop art; nello stesso campo visivo rientravano opere realizzate con caramelle gommose, dipinti dal sentore surrealista e gli acquarelli di Francomano.

«La scelta delle opere da presentare è stata dettata dall’urgenza di mostrare il punto del percorso in cui sono ora. Proprio per questo ho preferito dare la precedenza ad alcune tra le mie creazioni più recenti. I tre piccoli ritratti a tecnica mista li ho ultimati pochi giorni prima di spedire le tele. Recenti sono anche i due acquarelli (un ritratto di Giovanni Paolo II e una tela raffigurante un gufo) che ho scelto di portare per testimoniare i miei tentativi di coniugare gli insegnamenti accademici e un utilizzo del colore più informale».

Dopo questa esperienza, Francomano e Arteinsieme dovranno riprendere il cammino, giunto a un punto delicato: «Lo scorso anno, quando ci fu proposto di partecipare al Salone Internazionale di Arte contemporanea, il presidente dell’associazione era Angelo Bartesaghi, amico e un maestro – ricorda Francomano -. Non è stato lui a insegnarmi a padroneggiare le tecniche pittoriche, ma di sicuro è stato lui ad avermi trasmesso il senso di ciò che significa essere un artista». Bartesaghi è scomparso improvvisamente nel luglio scorso, ma i suoi dipinti sono stati esposti al Louvre di fianco a quelli di Francomano. «Ora, tornando a casa, si cercherà di mettere a frutto le cose imparate, di concretizzare le idee per sensibilizzare la collettività, di fare partire i numerosi corsi di arte per adulti e bambini, di continuare a dipingere. Insomma, si prosegue la ricerca…», conclude l’artista.