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I «Quaderni ambrosiani»: studi e ricerche sulla Diocesi

Una nuova iniziativa editoriale che intende proporre e valorizzare alcuni aspetti culturali, storici, artistici e religiosi della diocesi di Milano. Nel primo numero, pubblicato dalla Lim, un saggio sulla Repubblica Ambrosiana, di cui pubblichiamo l'introduzione.

Mons. Natale GHIGLIONE Redazione

6 Marzo 2009

La Repubblica Ambrosiana (14 agosto 1447 25 febbraio 1450) richiamò la prima attenzione degli storici, durante l’Illuminismo in Lombardia, ad opera di Giorgio Giulini e di Pietro Verri. Contrariamente ai più equi giudizi espressi da altri autori, il Verri trattò con disistima la Repubblica Ambrosiana, sia come avvenimento storico in sé e per se stesso, e anche nei confronti dei protagonisti che lo determinarono. Infatti il Verri definì «pessimi sovrani quei Capitani e Difensori della Libertà che ressero le sorti della Repubblica Ambrosiana». Ma nel 1800, dopo la rievocazione fatta da Carlo de’ Rosmini verso la fine della prima metà del secolo, fu Aurelio Bianchi Giovini a esaltare l’evento nel contesto storico risorgimentale. Circostanza più che comprensibile, poiché Bianchi Giovini quasi percepì un’eco gloriosa della Repubblica Ambrosiana proprio negli avvenimenti della rivoluzione lombarda e delle “Cinque Giornate” di Milano. D’altra parte la data della pubblicazione (1848) facilmente lascia intuire e, fondamentalmente, giustifica tale sua ottica di giudizio. La Repubblica Ambrosiana (14 agosto 1447 25 febbraio 1450) richiamò la prima attenzione degli storici, durante l’Illuminismo in Lombardia, ad opera di Giorgio Giulini e di Pietro Verri. Contrariamente ai più equi giudizi espressi da altri autori, il Verri trattò con disistima la Repubblica Ambrosiana, sia come avvenimento storico in sé e per se stesso, e anche nei confronti dei protagonisti che lo determinarono. Infatti il Verri definì «pessimi sovrani quei Capitani e Difensori della Libertà che ressero le sorti della Repubblica Ambrosiana». Ma nel 1800, dopo la rievocazione fatta da Carlo de’ Rosmini verso la fine della prima metà del secolo, fu Aurelio Bianchi Giovini a esaltare l’evento nel contesto storico risorgimentale. Circostanza più che comprensibile, poiché Bianchi Giovini quasi percepì un’eco gloriosa della Repubblica Ambrosiana proprio negli avvenimenti della rivoluzione lombarda e delle “Cinque Giornate” di Milano. D’altra parte la data della pubblicazione (1848) facilmente lascia intuire e, fondamentalmente, giustifica tale sua ottica di giudizio. Sant’Ambrogio, il Protettore Gli storici che seguirono nella seconda metà del 1800 e nella prima metà del 1900, vollero documentarsi con maggior rigore e rivolsero le loro ricerche negli archivi. Purtroppo dovettero constatare che l’archivio della Repubblica Ambrosiana era stato distrutto. Ma si trovarono frammenti del suddetto archivio e, con impegno lodevole, furono raccolti. Tra gli stranieri emerge il nome di Theodor Sichel e, tra i nostri, ricordiamo Angelo Colombo, Attilio Butti, Francesco Cognasso e, ultimamente, Alfio Rosario Natale. I fatti e le vicende umane e politiche occorse durante il triennio della Repubblica Ambrosiana, sono sufficientemente note con tutte le loro luci e ombre: dall’iniziale concordia cittadina alle prove dolorose sopportate nel corso di quei tre anni, fino alla sconfitta militare ed alla sua caduta. Ecco perché stimo opportuno precisare il lato nuovo di questa ricerca. Infatti, nella prima parte, dopo aver opportunamente indicato, quasi a substrato storico, i tratti salienti della nascita e del rapido tramonto della Repubblica Ambrosiana, ho inteso segnalare, nella seconda parte, un aspetto della sua politica interna non ancora messo in luce: il culto di S. Ambrogio patrono e protettore non solo della città e del suo territorio, ma anche dello “Stato Ambrosiano”, così come i suoi Reggitori vollero e definirono la Repubblica stessa. Dunque si tratta di un aspetto inedito e, parimenti, significativo se considerato nelle sue attinenze e interferenze tra “politica” e “religione”. Il tutto per documentare quali furono i motivi che permisero al culto di sant’Ambrogio di permeare l’intero contesto civico milanese a metà del XV secolo. Il Quaderno La Repubblica Ambrosiana (1447-1450).Sant’Ambrogio patrono e protettore dello Stato della Libertà.Libreria Musicale Italiana(80 pagine, illustrazioni a colori, 15 euro)