Sirio 26-29 marzo 2024
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Storia

75 anni fa la Madonnina veniva “svelata” alla fine della guerra

Il sito duomomilano.it ricorda la gioia e l’emozione che i milanesi provarono al momento del disvelamento dell'amata effigie, il 6 maggio 1945. Tutti accorsero in piazza per condividere con il cardinale Schuster questo gesto così emblematico di una liberazione tanto desiderata e sofferta.

7 Maggio 2020

C’è un’immagine che corre subito alla mente di chi pensa al Duomo di Milano, un soggetto che attira gli sguardi di tutti in alto, passando accanto alla Cattedrale: la Madonnina. Dall’alto dei suoi 108,5 metri di altezza ha vissuto insieme alla città ogni momento della sua storia, compreso il dramma della guerra.

La Veneranda Fabbrica, sul sito www.duomomilano,it, ricorda che durante la Seconda Guerra Mondiale essa fu ricoperta da un panno grigioverde, perché il suo bagliore dorato non fornisse punti di riferimento ai bombardieri nemici.

Angelo Ciceri, archivista della Fabbrica del Duomo, nel 1962, ricordando quei momenti bui scrisse: «Quante cose ha visto passare, belle e brutte sotto i suoi piedi […] vide due guerre sanguinose e distruggitrici […] e si vestì a lutto coi figli che piangevano per gli orrori della guerra».

Al dramma della distruzione si aggiungeva quindi nel cuore dei milanesi lo smarrimento di vedere sottratto alla vista quel simbolo di protezione e speranza.

E se tanto fu quel dolore possiamo ben comprendere quanta fu la gioia e l’emozione che la città provò al momento del suo disvelamento il 6 maggio 1945. Tutti accorsero in piazza per condividere con il cardinale Schuster questo gesto così emblematico di una liberazione tanto desiderata e sofferta.

A distanza di 75 anni da quel giorno possiamo rivivere quegli istanti in un filmato tanto unico quanto eccezionale condiviso da Fondazione Cineteca Italiana e accessibile mediante registrazione gratuita: www.cinetecamilano.it/biblioteca/catalogo/record/1848

Le immagini dell’arcivescovo in preghiera, della città raccolta attorno alla propria Cattedrale ci colpiscono oggi più che mai e ci invitano a guardare al nostro tempo, alla nostra città e al mondo intero con rinnovata speranza.