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L’epidemia dell’Aids in Zambia: qualche dato

La diffusione dell’Hiv sta assumendo proporzioni allarmanti per la concomitanza di vari fattori, tra cui la disinformazione, l’alta povertà e le scarse e inadeguate strutture sanitarie

19 Maggio 2011

Circa l’90% della trasmissione dell’Hiv in Zambia è causato da rapporti eterosessuali rischiosi, a cui si aggiungono l’alto livello di povertà, azioni discriminatorie, diseguaglianza di genere, l’elevata incidenza di malattie a trasmissione sessuale e pratiche sessuali che aumentano la possibilità di contagio. Il rimanente 10% è invece dovuto soprattutto alla trasmissione madre-bambino durante la gravidanza o durante l’allattamento.
La diffusione dell’Hiv sta assumendo proporzioni allarmanti per la concomitanza di vari fattori, tra cui la disinformazione, l’alta povertà che spinge sempre più ragazze alla prostituzione e le scarse e inadeguate strutture sanitarie. Oltre all’impatto diretto sugli individui colpiti, l’Aids ha un effetto molto pesante sulle generazioni future. In Zambia, infatti, il numero di orfani di genitori colpiti dall’AIDS sta crescendo vertiginosamente. L’epidemia Hiv/Aids ha un impatto decisamente negativo sullo sviluppo economico del paese ed è uno dei fattori che più limita il raggiungimento dei Millennium Development Goals. Esiste un circolo vizioso che, partendo dall’Aids, causa malnutrizione e impoverimento dei villaggi: l’epidemia colpisce soprattutto la popolazione in età lavorativa, riduce quindi la produzione agricola, che aggrava i problemi di malnutrizione. La malnutrizione riduce ulteriormente le difese immunitarie già distrutte dall’insorgenza dell’Hiv/Aids e non ripristinate dalla Art somministrata tardivamente.
Questa situazione produce destabilizzazione della struttura familiare, a cui sempre meno riesce a fare fronte il pur solido legame tra parenti, la cosiddetta “famiglia estesa”, in base al quale gli orfani vengono accolti dagli zii o dai nonni. La povertà e il numero sproporzionato dei casi rende, infatti, sempre più debole questa capacità di accoglienza, con conseguenze pesanti sulle condizioni di vita dei ragazzi. In tale situazione il ruolo e la struttura della famiglia mutano: sono sempre più frequenti i casi di ragazzi di 18-20 anni responsabili unici della cura dei diversi fratelli e sorelle minori, o di famiglie completamente affidate ai nonni o ad uno solo di questi. Gli effetti più immediati per moltissimi giovani, sono la mancanza di identità personale e familiare, l’aumento della malnutrizione, l’incremento del lavoro minorile sottopagato, l’abbandono degli studi imposto dalla mancanza dei mezzi necessari per l’iscrizione, l’esposizione a delinquenza e ad abusi, col rischio di essere a loro volta infettati.
Il pregiudizio, la discriminazione sociale e gli abusi nei confronti delle persone affette da Aids è ancora molto elevato e sono ancora molte le persone che ritengono che sia bene mantenere segreta la positività all’Hiv o, peggio ancora, la malattia Aids correlata, di un membro della famiglia.

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