Share

Verso Ancona

Congresso Eucaristico, la grande domanda

Riproposta nel “messaggio d’invito” del Consiglio permanente Cei

7 Febbraio 2011

«Riscoprendo e custodendo la centralità dell’Eucaristia e la stessa celebrazione eucaristica come il “culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù”, le nostre Chiese particolari potranno diventare autentiche comunità di testimoni del Risorto»: lo scrive il Consiglio permanente della Cei nel “messaggio d’invito al XXV Congresso eucaristico nazionale”, che si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembre.
Il testo presenta anzitutto l’icona biblica che ispira il cammino verso questo Congresso: essa è costituita dalla domanda “Signore, da chi andremo?” (Gv, 6,68), quale confessione dell’apostolo Pietro. Nella parte iniziale del documento i vescovi esortano a «ripartire sempre dalla salvezza cristiana nel suo preminente carattere di avvenimento, che è l’incontro con il Risorto, Gesù il Vivente». Richiamano poi l’Esortazione postsinodale di Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, dalla quale – scrivono – emerge «la necessità di insistere sull’efficacia dell’Eucaristia per la vita quotidiana. “In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia a essere a immagine del Figlio di Dio”».

Risposta alle inquietudini

La parte centrale del messaggio è dedicata ai contenuti teologici e pastorali sui quali i fedeli sono chiamati a concentrare l’attenzione, in questa fase preparatoria del Congresso. «Aiutare a scorgere in Gesù, Parola e pane per la vita quotidiana, la risposta alle inquietudini dell’uomo d’oggi, che spesso si trova di fronte a scelte difficili, dentro una molteplicità di messaggi: è questo – scrivono i vescovi – l’obiettivo posto al cuore del cammino verso il Congresso eucaristico. L’uomo ha necessità di pane, di lavoro, di casa, ma è più dei suoi bisogni. È desiderio di vita piena, di relazioni buone e promettenti, di verità, di bellezza e di amicizia, di santità».
Il messaggio prosegue affermando che «si apre qui un prezioso campo di lavoro, affinché, nel cammino verso il Congresso eucaristico e nelle stesse giornate congressuali si promuovano iniziative di ascolto della Parola, di meditazione e di preghiera . A questo scopo, è stato preparato il sussidio Signore, da chi andremo?, dove vengono proposte alcune tracce destinate a sostenere la lettura orante e una più profonda conoscenza del capitolo sesto del Vangelo di Giovanni».

Liturgia e bellezza

Il messaggio richiama poi il «rapporto tra liturgia e bellezza del mistero celebrato», tanto caro a Benedetto XVI, che al riguardo ha affermato: «La bellezza della liturgia è parte di questo Mistero; essa è espressione altissima della gloria di Dio e costituisce, in un certo senso, un affacciarsi del Cielo sulla terra… La bellezza, pertanto, non è un fattore decorativo dell’azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua Rivelazione». I vescovi ricordano che «dall’unità di Parola di Dio ed Eucaristia nasce così un atteggiamento contemplativo, in grado di dare “forma eucaristica” ai contenuti della vita quotidiana: il senso di gratitudine per i doni di Dio, la coscienza umile della propria fragilità, la capacità di accoglienza e di relazioni positive con le persone, il senso di responsabilità nei confronti degli altri nella vita personale, familiare e sociale, l’abbandono in Dio come attesa e speranza affidabile».

Percorsi di vita buona

Dopo aver ricordato quanto «i cristiani siano riconosciuti e apprezzati come uomini e donne di carità, esperti di umanità, socialmente solidali, anche da quelli che non frequentano la vita della comunità cristiana», i vescovi indicano un collegamento tra il Congresso Eucaristico e il decennio pastorale sull’educazione 2010-2020. Scrivono infatti: «L’agire pastorale deve concorrere a suscitare nella coscienza dei credenti l’unità delle esperienze della vita quotidiana, spesso frammentate e disperse, in vista di ricostruire l’identità della persona. Essa, infatti, si realizza non solo con strategie di benessere individuale e sociale, ma con percorsi di vita buona, capaci di stabilire una feconda alleanza tra famiglia, comunità ecclesiale e società, promuovendo tra i laici nuove figure educative, aperte alla dimensione vocazionale della vita». Aggiungono poi che «nel cammino verso il Congresso eucaristico vogliamo impegnarci perché cresca e sia condivisa una rinnovata spiritualità della vita quotidiana. (…) Lo stile di vita nuovo dei credenti deve trasparire in tutta la bellezza e piena umanità». Sottolineano infine il coinvolgimento nei lavori del congresso di tutte le diocesi che compongono la metropolia di Ancona-Osimo: vale a dire Fabriano-Matelica, Jesi, Loreto e Senigallia.