Share

2 dicembre

Il canto della Sibilla

Oltre alle parole ci saranno filmati, registrazioni e anche musica dal vivo; si parlerà di un tema molto suggestivo, il Canto della Sibilla, un canto che affonda le sue radici nei primi secoli del Cristianesimo, tuttora eseguito per tradizione orale a Maiorca e ad Alghero

2 Dicembre 2016

Venerdì 2 dicembre alle ore 21 a Lecco presso l’Aula Magna dell’Istituto Bertacchi (via XI febbraio 1), risuoneranno le parole e la musica di uno dei più affascinanti documenti della cultura europea, anello di congiunzione fra il mondo pagano e il Cristianesimo, che nel 2010 è stato dichiarato Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco: il Canto della Sibilla.

È questo il titolo e l’argomento della conferenza organizzata dalla Associazione Italiana di Cultura Classica, che vedrà il musicologo Angelo Rusconi accompagnare i partecipanti in un percorso lungo oltre diciassette secoli, che dall’Africa del Nord dell’epoca di sant’Agostino arriva fino ai giorni nostri.

Ancora oggi infatti, nelle chiese di alcune località del Mediterraneo, nella notte di Natale un bambino rivestito di un manto rosso e con la spada in mano intona un testo in lingua volgare che profetizza il giorno dell’estremo Giudizio. Seguire la storia di questo rito significa ripercorrere un viaggio sorprendente fra liturgia, musica e poesia. È un viaggio che ha inizio all’epoca che vede il tramonto della civiltà pagana e l’affermarsi del Cristianesimo: in questo periodo caratterizzato dal rapporto complesso e controverso fra le due culture, la profetessa è il solo personaggio della mondo pagano ad entrare addirittura nella liturgia quale annunciatrice della seconda venuta di Cristo il giorno del Giudizio Universale.

Nella festa della notte di Natale, che ricorda la nascita di Dio fatto uomo, il canto della Sibilla proietta questo evento nella sua chiave escatologica, ricordando il fine ultimo dell’Incarnazione: la salvezza delle anime nella prospettiva dell’eternità. Il testo, tradotto in latino da un originale greco, era cantato su una suggestiva melodia, che ci è stata trasmessa da molti manoscritti medioevali; esso testimonia, fra l’altro, l’intenso scambio culturale fra Oriente e Occidente e fra l’Africa e il continente europeo in un’epoca in cui il Mediterraneo è ancora il centro del mondo.

Dopo il Concilio di Trento, il rito della Sibilla fu abolito dai libri della liturgia ufficiale, ma continuò ad essere praticato per tradizione orale in varie località delle Isole Baleari e della Sardegna.

La conferenza sarà arricchita da registrazioni d’epoca e filmati; inoltre il mezzosoprano Dyana Bovolo eseguirà dal vivo il Canto della Sibilla in una delle versioni latine medioevali.

Ingresso libero