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Appuntamenti

Il 10 e 14 marzo: il “Cantico nell’arte”
al Museo dei Cappuccini

Ciclo di conferenze a cura di R. Giorgi

14 Marzo 2015

Per il 2015 il Museo dei Cappuccini propone il ciclo di conferenze dal titolo “Il Cantico nell’arte”. Lasciandoci condurre dalla lode al creato del Cantico di frate Sole di san Francesco d’Assisi, si procederà nell’analisi di alcuni temi dell’arte affrontati ora dal punto di vista della lettura del soggetto, ora come elementi formali, ora come simboli iconografici.

Primo appuntamento è per sabato 7 (Giornata nazionale dei Musei ecclesiastici) alle 15.30 con la visita guidata “L’oggetto svelato: da simbolo a protagonista”.
Nella lettura del significato di un’opera d’arte, il riconoscimento dei simboli può essere molto importante per entrare più nel profondo della rappresentazione. Oltre all’ammirare la capacità da parte dell’artista di restituire con esattezza e precisione forme, colori e materiali, facendo una precisa ricerca degli oggetti all’interno di una raffigurazione artistica, intendiamo porci tutte le possibili domande su di essi. Partendo dal presupposto che difficilmente sono collocati nell’opera per pura casualità, proveremo a comprenderne il significato. Per questa particolare indagine verrà inaugurato un nuovo e originale allestimento: in esposizione vicino ai dipinti ci saranno oggetti originali come quelli rappresentati nei dipinti facenti parte del patrimonio dei Beni Culturali Cappuccini della Lombardia. Ogni oggetto preso in esame sarà analizzato nella sua storia, all’interno della storia della Chiesa, come testimonianza di vita cappuccina o come simbolo.

Martedì 10, alle 17 e alle 18.30, presso l’Auditorium di via A. Kramer, Conferenza “Laudato sii mi’ Signore per frate focu”: la scoperta e l’impiego della luce artificiale. Nel percorso della rappresentazione dei notturni nell’arte, il capitolo della luce artificiale si pone come elemento molto importante segno di grandi novità formali e simboliche. Se nel corso del Quattrocento era in uso rappresentare candele o lanterne anche accese, ma con una funzione più di contesto, arredo o narrazione e pure di simbolo, senza che la presenza di tale fonte di luce modificasse i valori luministici intorno, fu nel secolo successivo che l’interesse per la luce diretta e radente, in opposizione al buio si fece molto più vivo e attento. In Italia saranno gli artisti dell’area padana a porre maggiore attenzione in questo senso, ma poi questo nuovo uso della luce coinvolgerà molti sia al di qua sia al di là delle Alpi, trovando grandissimi esperti non solo in Caravaggio e nei cosiddetti caravaggeschi.

Da ultimo, sabato 14 alle 11, visita-conferenza “Il fuocoardente nello “scaldatoio dei frati”. Lo scaldatoio era l’unico locale riscaldato del convento. In esso i frati si trovavano insieme appunto per riscaldarsi presso il camino che era più o meno grande a seconda delle dimensioni del convento. Nel Museo dei cappuccini lo scaldatoio è rappresentato in due opere di Camillo Kaiser che, nella rappresentazione di questo soggetto dimostra di saper impiegare con sapienza l’uso della luce artificiale.

Per informazioni:
02.77122580 – info@museodeicappuccini.it