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1 - 2 ottobre

Gorgonzola: all’Argentia in scena «Mio fratello rincorre i dinosauri»

Spettacolo teatrale tratto dall'omonimo libro di Giacomo Mazzariol. La storia di due fratelli, Giacomo e Giovanni di cui uno è down. Uno spettacolo di Christian Di Domenico che riesce a trascinare gli spettatori dentro una vicenda umana complessa ma meravigliosa. L'ingresso è libero

2 Ottobre 2018

Lunedì 1 e martedì 2 ottobre, alle 21, al Cineteatro Argentia di Gorgonzola, la compagnia Ardito Desio porta in scena lo spettacolo «Mio fratello rincorre i dinosauri», tratto dall’omonimo libro di Giacomo Mazzariol.
La serata, a ingresso libero, è organizzata da ANFFAS Martesana.
In allegato la brochure.
Per maggiori informazioni, visita il sito  www.argentia.it/argentia/2018/10/01/mio-fratello-rincorre-i-dinosauri/

Lo spettacolo (presentazione di Christian Di Domenico)
Giacomo e Giovanni sono fratelli. Giovanni ha un cromosoma in più. Giacomo gli vuole bene ma… come come è difficile crescere con un fratello Down! Mio Fratello rincorre i Dinosauri è questo: la storia di come Giacomo impara a convivere con il cromosoma in più di Giovanni, e nel farlo anche noi spettatori siamo trascinati dentro una vicenda umana complessa ma meravigliosa. L’amore vincerà alla fine?
Christian Di Domenico ha voluto raccontare questa storia dopo avere letto l’omonimo libro di Giacomo Mazzariol, best seller Einaudi. Perchè Christian è padre e anche lui, come tutti coloro che hanno figli, si sono chiesti un giorno: “e se mio figlio nascesse con un cromosoma in più?” Questo spettacolo non da’ risposte, ma apre e affronta il tema della disabilità con delicatezza e con candore, con simpatia, senso dell’umorismo ma anche con la consapevolezza che avere un figlio Down può diventare un problema.
Dal diario di Christian leggiamo: “Un giorno Katia, la mamma di Giacomo e Giovanni, parlandomi del libro che narra le vicende della sua famiglia, mi ha detto: Io il libro lo vedo come un inno alla vita, alla fragilità che diventa forza, allo stupore, al lasciarsi cambiare e alle differenze che ci fanno essere tutti uguali, tutti parte di un’unica realtà”.
Crediamo che queste siano le parole più semplici e più giuste per esprimere anche il senso di questo spettacolo e del nostro fare teatro, oggi.
Mi capita spesso di soffermarmi a guardare persone (uomini, donne, bambini) affette da varie malattie oppure diversamente abili, per cercare di capire il loro approccio alla vita, dalle azioni semplici, quotidiane, all’incontro con gli altri; che tipo di relazioni hanno, quali passioni o desideri; come vedono se’ stessi, quale consapevolezza hanno della loro condizione. E poi, all’improvviso, mi accorgo che tutte queste domande dovrei rivolgerle a me stesso. A quel punto la faccenda si fa’ interessante e problematica allo stesso tempo. Sono disposto a riconoscere le mie mancanze, le mie lacune, le mie disabilità? Quanti amici ho e che relazioni ho con loro? Sono sincere, vive? Con quale metro di giudizio sono pronto a criticare
o semplicemente valutare le vite degli altri? Per quale motivo riesco a vedere solo i loro difetti, ciò che a loro manca e non i loro pregi, le loro virtù?
Poi succede di imbatterti in un video che qualche bullo adolescente ha voluto spedire su internet per vantarsi degli atti di crudeltà nei confronti di qualche malcapitato ragazzino disabile, handicappato, con sindrome di Down o semplicemente più debole e incapace di difendersi e ti chiedi: perché?
Oppure di leggere su un giornale che negli ultimi quattro mesi, nel reparto di neonatologia di un ospedale di Bari, dove vivo, sono nati una bambina e un bambino con la sindrome di Down e in entrambi i casi i loro genitori hanno deciso di abbandonarli, mentre altre persone, successivamente, hanno scelto di adottarli.
Perché?
Ho letto il libro di Giacomo Mazzariol: “Mio fratello rincorre i dinosauri”. Ho conosciuto lui e la sua splendida famiglia. La loro storia mi ha illuminato e mi è venuta voglia di raccontarla a modo mio. Così ho deciso di cominciare un nuovo cammino che mi aiuti a rieducare il mio sguardo disabile, affinché riesca finalmente a vedere tutta la bellezza e l’amore che ogni essere vivente è in grado di ricevere e di dare. Senza pregiudizi e senza aspettative. Vedere e scegliere di amare.