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Fino al 18 novembre

Diversamente liberi, la rassegna di eventi
per i 20 anni di Casa Abramo

Casa Abramo di Lecco, struttura della cooperativa L'Arcobaleno (Consorzio Farsi Prossimo) festeggia vent'anni. A partire dal 10 novembre sono previsti una serie di eventi per sensibilizzare la cittadinanza sulle attività svolte a sostegno di uomini in condizioni di fragilità sociale

4 Novembre 2016

Compie vent’anni Casa Abramo, comunità residenziale educativa della cooperativa L’Arcobaleno – appartenente al Consorzio Farsi Prossimo – che accoglie uomini in situazioni di fragilità sociale.
La struttura (situata a Lecco in via Montalbano 9) fu aperta nel 1996 grazie all’intuizione di don Mario Proserpio – allora parroco del quartiere Caleotto di Lecco e oggi cappellano della Casa di reclusione di Pescarenico (il carcere della città di Lecco) – e all’impegno pratico di Caritas Ambrosiana, per dare una casa a persone che avevano avuto un’esperienza in carcere, o stavano vivendo un periodo di misura alternativa alla pena, ma anche per offrire loro un’occasione di risocializzazione e un percorso di accompagnamento verso l’autonomia.
Negli anni i bisogni della città sono cresciuti e cambiati, e oggi accoglie anche senza dimora, persone con lievi disturbi psichici, uomini con dipendenze da sostanze o da gioco d’azzardo.
Cinque posti sono dedicati anche a stranieri e richiedenti asilo inseriti nel progetto Sprar del Ministero dell’Interno.
L’obiettivo è accompagnare ciascuno degli uomini ospitati al maggior grado di autonomia possibile per ognuno: c’è chi, al termine del periodo di accoglienza, andrà a vivere in un appartamento protetto, chi attenderà in Casa Abramo il momento di trasferirsi in una casa di riposo adeguata, chi ritroverà la propria strada e sarà in grado di trovare un lavoro e una casa propria.

Gli educatori di Casa Abramo, in stretta sinergia con i servizi del territorio – dai consorzi di appartenenza alle asl, dai servizi per le dipendenze agli altri centri della cooperativa L’Arcobaleno-, lavorano per creare intorno agli ospiti una rete di sostegno.
Durante il tempo di accoglienza, gli uomini sono impegnati nella cura della casa con i turni in cucina e nelle pulizie, nell’orto, e in laboratori di musicoterapia e arteterapia. Chi può, è impegnato nella ricerca di un lavoro, autonomamente o con il supporto di tirocini e borse lavoro.
Ora, in occasione del ventesimo compleanno, Casa Abramo si apre alla cittadinanza con la rassegna “Diversamente liberi”.
«Siamo presenti a Lecco da vent’anni, ma lo abbiamo fatto sempre con discrezione, per proteggere il percorso degli uomini ospitati – così presenta le iniziative del ventennale Micaela
Furiosi, coordinatrice di casa Abramo. – Oggi però, in occasione di questo anniversario, vogliamo aprirci al territorio mettendo la nostra esperienza a servizio di tutti, sensibilizzando la cittadinanza e soprattutto i giovani e gli studenti sui temi della giustizia e della legalità, raccontando il mondo degli istituti penitenziari in Italia, mostrando le lacune di un sistema che secondo la Costituzione dovrebbe formare e riabilitare, e invece non riesce a farlo».
Si parte quindi giovedì 10 novembre con l’incontro “Accoglienza, fragilità e giustizia”: appuntamento alle ore 10 nella Sala del Teatro del Cenacolo Francescano di Lecco, in piazza dei Cappuccini 3. Interverranno Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, Ivo Lizzola, docente all’Università di Bergamo, Antonio Turco, direttore dell’area pedagogica della Casa di
reclusione di Rebibbia.
Sempre al Cenacolo Francescano giovedì 10 novembre, alle ore 21, lo spettacolo teatrale “Scusa si so’ nato pazzo”, messo in scena dalla Compagnia Stabile Assai, nata nella Casa di reclusione di Rebibbia, Roma.

Martedì 15 novembre un altro spettacolo teatrale, al Cineteatro Palladium di Lecco, “Peter senza Pan”, a cura della compagnia teatrale lecchese Rataplan.
Infine dal 15 al 18 novembre le scuole e la cittadinanza sono invitati a sperimentare il percorso interattivo “Extrema ratio”, presso il Salottone dell’oratorio di San Giovanni, sempre a Lecco. Verrà
ricostruita una vera e proprio cella di un carcere, costruita dai detenuti di Bollate, e per 5 minuti chi affronterà questa esperienza potrà sperimentare cosa significhi vivere in uno spazio costretto,
nelle condizioni degli istituti penitenziari italiani oggi.
Il percorso interattivo è aperto a tutti, su prenotazione (informagiovani@comune.lecco.it oppure tel. 0341 493790).