Share

16 maggio

Al Ballerini di Seregno: “Secondo Orfea, quando l’amore fa miracoli”

È il racconto della vita di Gesù narrato, in modo quasi esilarante ma anche con tratti di sincera commozione, da Orfea, popolana e vicina di casa della famiglia di Nazareth. Lo spettacolo è scritto e recitato da Margherita Antonelli, più conosciuta per la sua partecipazione alla trasmissione Zelig.

7 Maggio 2015

Quest’anno la tradizionale “Domenica in Ballerini” si allunga e fino a diventare un mese intero di festa. Un “cartellone” di eventi, feste, serate aperte, che culminerà sabato 16 maggio con la Messa, la premiazione degli studenti che si sono distinti durante l’anno scolastico e il bellissimo spettacolo “Secondo Orfea”. Lo spettacolo è scritto e recitato da Margherita Antonelli, più conosciuta per la sua partecipazione alla trasmissione Zelig.

La trama:
Orfea vive a Gerusalemme nell’anno Zero, vedova di un centurione romano al seguito di Ponzio Pilato. Un giorno vengono ad abitare vicino a casa sua un coppia di giovani sposi. Lei è incinta. Si chiamano Giuseppe e Maria. Da quel momento la vita di Orfea non sarà più la stessa. I giovani sposi la coinvolgono nella vita del loro bimbo, del quale Orfea si prende cura quando la madre è affaccendata nel quotidiano. Si instaura fra Orfea e il bambino un rapporto di profondo amore.
La donna assiste alla crescita del bambino con la curiosità, la dolcezza, la fermezza di molte madri che vorrebbero il meglio per il loro figlio. Lo sosterrà, lo criticherà, lo ascolterà sulla montagna, lo difenderà da chi lo vuole denunciare, lo accudirà alla morte, e si rallegrerà di questo Dio che mantiene le Promesse… sino alla Resurrezione. Una visione dei fatti del Vangelo teneramente riletti da una donna semplice, concreta, come dovrebbe essere la fede, quella fede in un Dio fattosi bimbo, ragazzo, adolescente e adulto. Una fede, quella di Orfea, fatta di cibo preparato con cura, di acqua presa alla fontana, di rimproveri benevoli, di cammini lunghi per ascoltarlo, di discussioni con gli scribi, di domande profonde, per difendere questo ragazzo “strano”.