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16 novembre

A Varese Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa

Al Teatro Santuccio un incontro-testimonianza con Pietro Bartolo, che racconterà la sua esperienza di medico in prima linea. Un’esperienza di accoglienza e cura

16 Novembre 2018
Pietro Bartolo

Importante appuntamento venerdì 16 novembre al Teatro Santuccio di Varese alle ore 21 organizzato dal Centro Gulliver. Avremo la possibilità di avere con noi Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, che ci racconterà la sua esperienza di medico in prima linea. Un’esperienza di accoglienza e cura.
Avere la fortuna di incontrare un testimone permette di leggere la realtà in modo nuovo, generando cultura in chi ascolta. Un’occasione di alto valore per tutti, uno stimolo per aprire le menti con intelligenza e senso critico, un aiuto a porsi le domande giuste, in un periodo storico dominato troppo spesso da visioni superficiali ed ideologiche.
Evento organizzato dal Centro Gulliver di Varese, con il patrocinio dell’Università dell’Insubria e del Comune di Varese e con la collaborazione della libreria Mondadori di Varese e di VareseNews, media partner dell’evento.

Ingresso gratuito, prenotazioni su Eventbrite

Il Libro – Le stelle di Lampedusa
Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati? Di solito, ragionò, i bambini di quell’età arrivano qui in Italia accompagnati dai genitori, o da un amico di famiglia o da qualche altro adulto conosciuto lungo il viaggio. Allo stupore di quel primo istante seguì una certezza: l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio ma solo una tappa intermedia, un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa» e salvarla.
Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla non meno malefica burocrazia occidentale, ma soprattutto dai suoi stessi sensi di colpa.
Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi neri e profondissimi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini che negli anni sono arrivati – da soli – sulle coste italiane: la miseria di Agades, la traversata del deserto, gli orrori delle carceri libiche, il terrore del naufragio nelle acque gelide di un Mediterraneo invernale e ostile.
A metà strada esatta tra un romanzo di formazione e un documentario, queste pagine ci permettono di toccare con mano, di scoprire in prima persona che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’«allarme immigrazione», quello che troviamo rilanciato negli slogan più beceri di questo medioevo permanente in cui la politica ci ha catapultati.
Un libro per capire l’importanza di essere testimoni. Perché, alla fine, l’unico pericolo che corre davvero la nostra civiltà davanti al tumultuoso flusso migratorio di quest’epoca è quello dell’incomprensione e della stupidità.

Chi è Pietro Bartolo
Pietro Bartolo, nato a Lampedusa da una famiglia di pescatori, a tredici anni ha lasciato l’isola per andare a studiare prima a Trapani e poi a Siracusa. Laureatosi in medicina, nel 1988 è tornato a Lampedusa dove dal 1991 si occupa del poliambulatorio. Da sempre in prima linea nel soccorso ai migranti, si è meritato numerose onorificenze, tra cui il titolo di «Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana» conferitogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di «Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana » conferitogli dal presidente Sergio Mattarella, di Goodwill Ambassador for Unicef, il Premio Sérgio Vieira de Mello (Cracovia 2015) e il Premio franco-tedesco per i diritti umani (Berlino 2016). È uno dei protagonisti del film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 2016. Nel 2016 ha scritto insieme a Lidia Tilotta Lacrime di sale, pubblicato in oltre 40 paesi.