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Anno pastorale 2010 - 2011

Introduzione

L’Arcivescovo invita la Chiesa ambrosiana a guardare a San Carlo, nel quarto centenario di canonizzazione

10 Maggio 2011

 

“Santi per vocazione sull’esempio di San Carlo Borromeo” è l’invito che quest’anno l’Arcivescovo rivolge a tutti i fedeli della Diocesi di Milano come percorso per l’anno pastorale 2010-2011.
È un invito che prende occasione dall’anniversario dei 400 anni della canonizzazione di san Carlo. Non un evento tra i tanti che hanno caratterizzato nei secoli la storia della realtà ecclesiale ambrosiana, ma il momento in cui il popolo di Dio che vive a Milano e, anzi, la comunità di fedeli dell’intera Chiesa, ha preso solennemente e gioiosamente coscienza che un pastore “secondo il cuore di Dio” era stato donato al gregge di Cristo. Un pastore che in un periodo non facile di crisi e di cambiamento – anzi di messa in questione dei fondamenti della vita cristiana e della stessa comunione ecclesiale – aveva saputo essere guida per una riforma ecclesiale che prima delle strutture riguardasse il cuore. Per questo motivo, l’anniversario della ca-nonizzazione di san Carlo, come in genere tutti gli anniversari che riguardano questo grande santo vescovo, è sempre stato celebrato come un’occasione profonda di rinnovamento per la Chiesa di Milano e anche per l’intera Chiesa.
Non può essere diverso per questo quattrocentesimo anniversario. E mentre invochiamo l’intercessione di san Carlo, siamo quindi chiamati a metterci “in cammino con lui”. È questo il titolo del presente sussidio che si affianca e avvia l’attuazione – e per tale motivo è destinato principalmente agli operatori pastorali – degli itinerari che l’Arcivescovo indica nella sua lettera “Santi per vocazione”, in particolare nei paragrafi “Va’ e anche tu fa’ così”. Il secondo capitolo presenta pertanto le “Schede sulle linee operative del Percorso pastorale”, sette proposte che andranno lette, studiate, precisate e attuate ai vari livelli in cui si articola la ricca e complessa realtà della nostra Diocesi.
 
Quattro aspetti meritano di essere segnalati a proposito di queste schede. Anzitutto il fatto che esse riguardano attenzioni e proposte che si iscrivono nella pastorale ordinaria. Non chiedono quindi di aggiungere cose nuove, ma di sottolineare con opportune iniziative alcuni ambiti della pastorale quotidiana delle parrocchie, delle comunità pastorali, dei decanati e delle zone: la missionarietà, la carità, l’iniziazione cristiana, la formazione, la pastorale vocazionale, ecc.
Un secondo elemento che merita essere sottolineato è la flessibilità e l’adattabilità delle proposte, nel senso che esse indicano alcune strade che la saggia riflessione degli operatori pastorali e degli organismi di partecipazione (i consigli pastorali ai vari livelli) sapranno declinare con frutto nelle varie realtà locali, ispirandosi, in particolare, al principio della profonda e reale comunione con la Chiesa diocesana e a quello della sobrietà pastorale (intesa non come una riduzione di impegni e di iniziative, ma di concentrazione su ciò che è essenziale). Non va in ogni caso dimenticato che le sette schede qui presentate sono frutto di un’ampia consultazione (assemblea dei decani, consiglio pastorale diocesano, consiglio presbiterale, consiglio episcopale) che ha già cercato di proporre e precisare le iniziative ispirandosi ai principi che in questi anni stanno guidando il cammino della nostra Chiesa.
Un terzo aspetto riguarda proprio la continuità di questo cammino. Alcune schede hanno l’intento di portare a compimento o, comunque, a un’ulteriore tappa, itinerari iniziati già nell’anno pastorale appena trascorso (è il caso della carta di comunione per la missione, della formazione di base dei laici); altre riguardano i cosiddetti cantieri aperti (l’iniziazione cristiana, la pastorale vocazionale); altre ancora si riallacciano a linee che da anni caratterizzano lo sforzo pastorale della nostra diocesi (la missionarietà, il “farsi prossimo”).
Infine un quarto elemento che è essenziale per la corretta lettura e attuazione delle schede è il loro nascere – come già si ricordava – dalla proposta fondamentale “Santi per vocazione”: fuori da questo contesto, che è quello della santità di san Carlo e nostra, sono destinate inevitabilmente a essere interpretate come proponenti iniziative occasionali e tra loro slegate.
 
Il primo capitolo di questo sussidio, che riporta il testo integrale dell’omelia tenuta dall’Arcivescovo l’8 settembre, può essere di aiuto anche per sottolineare questo contesto di “santità”, dandone una rilettura tipicamente “mariana”. Maria, Madre dei santi, nostra sorella nel cammino di sequela del Cristo, è Colei che con la sua intercessione e il suo esempio può spingerci con forza a camminare come singoli e come comunità sulle vie dell’autentica santità evangelica.
Tale santità, che non è altro che la pienezza della vita cristiana, è la meta dell’iniziazione cristiana, l’impegno che la Chiesa ha di generare per grazia nuovi figli di Dio perché giungano “alla pienezza eucaristica della vita cristiana”. Il testo contenuto nel terzo capitolo, elaborato da ultimo nel consiglio episcopale milanese ma dopo un cammino di sperimentazione durato anni e un approfondito dibattito nei vari organismi di consultazione, presenta quelle che saranno per il futuro le linee di impegno per la nostra diocesi nel campo dell’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi.
 
Chiude questo sussidio il testo dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo a poche settimane dal suo ingresso in diocesi nella ricorrenza di san Carlo del 2002. Rileggerla oggi e riscoprire in essa contenute in nuce le linee dell’episcopato del card. Tettamanzi, che si sono via via esplicitate in questi otto anni, può aiutare a cogliere il senso autenticamente missionario e unitario del cammino che abbiamo percorso insieme in questo tempo grazie alla guida pastorale del nostro Arcivescovo. Contemporaneamente, proprio col riferimento a san Carlo, può evidenziarne la profonda continuità con il percorso secolare della nostra Chiesa, un percorso caratterizzato anche da ombre e difficoltà, ma, grazie alla bontà misericordiosa di Dio, mai privo delle luci della santità di tanti suoi pastori e fedeli.   

 

+ Carlo Roberto Maria Redaelli
Vicario generale