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Ai fedeli della Diocesi

“Pietre vive”,
lettere dalla Francia

Il testo ispirato dalle esperienze vissute
durante il pellegrinaggio oltralpe del 2009

Claudio MAZZA

11 Maggio 2011

 

La lettera inviata dal cardinale Tettamanzi ai fedeli della Chiesa ambrosiana prende origine dal pellegrinaggio svolto in Francia a luglio. Il titolo (Pietre vive) si rifà alla prima lettera di Pietro, che presenta Cristo quale «pietra d’angolo, scelta e preziosa». Di qui l’auspicio dell’Arcivescovo: «Avviciniamoci a lui, pietra viva, per diventare noi pure edificio spirituale, sacerdozio santo». La lettera prende forma in un agile sussidio di 48 pagine (Centro Ambrosiano, euro 0,95), con illustrazioni a colori che richiamano il gusto delle miniature, ed è l’insieme di “cinque lettere dalla Francia” che offrono alcune suggestioni del viaggio, «così come – scrive l’Arcivescovo – sono entrate in dialogo con i pensieri che andavo facendo sul nuovo cammino pastorale».

Lettera da Paray-le-Monial

È la cittadina della Borgogna famosa per il culto al Sacro Cuore. Il viaggio non poteva che partire da qui, «così come ogni iniziativa pastorale»; cioè «dall’alto: dalla contemplazione del mistero di Dio, e dal centro: dal Cuore di Cristo». È da questo cuore che «dobbiamo attingere forza» per rinnovare il volto della nostra Chiesa «nel segno della comunione-collaborazione-corresponsabilità» e nella consapevolezza che «possiamo essere strumenti di salvezza, non salvatori».

Lettera da Nevers

Qui riposano le spoglie di Bernadetta, nella cui santità si fondono la straordinarietà (le apparizioni) e l’ordinarietà nel nascondimento del monastero. Di qui l’appello alla “sobrietà pastorale” da intendere «come esortazione a riscoprire il valore della pastorale ordinaria», e a «custodire la giusta misura nei mezzi, nei tempi e nello stile del nostro agire» senza inseguire “effetti speciali”, ma puntando sull’essenziale.

Lettera da Alençon e Lisieux

Dal fonte battesimale dove sono stati rigenerati alla vita di grazia i coniugi Martin (i genitori di Santa Teresina, da poco beatificati), l’Arcivescovo prende spunto per parlare del sacerdozio dei fedeli. «In che senso tutti i cristiani sono sacerdoti? – si chiede -. Significa lasciare che l’amore di Dio penetri ogni respiro della nostra vita ordinaria. Non è forse questa la Messa che il Signore chiede a tutti di celebrare con gioia uscendo dalla chiesa?».

Lettera da Vézelay

Qui sono custodite le reliquie di Santa Maria Maddalena: «L’itinerario spirituale di Maria di Magdala, associata dalla tradizione alla peccatrice perdonata, è uno splendido esempio di conversione e di redenzione», scrive l’Arcivescovo, offrendolo come icona ai cristiani di oggi. Qui si parla di conversione pastorale, che ci chiede di «diventare una Chiesa della speranza e della gioia» e di «coltivare la qualità evangelica delle relazioni personali ». Nello stile dell’accoglienza, della gratuità e della gratitudine.

Lettera da Ars

Non poteva che essere indirizzata “Ai miei sacerdoti”, nel ricordo del ministero sacerdotale di Giovanni Maria Vianney: «Pensavo al ritorno in diocesi e mi chiedevo quale proposta offrire ai miei preti per vivere con frutto l’Anno Sacerdotale». Qui nasce l’idea di un “anno di riposo in Dio” a livello personale e a livello comunitario, con l’auspicio che lo stile sinodale che ha pervaso l’ultimo anno la diocesi rafforzi «nei decanati e tra i preti rapporti di autentica fraternità». Non di meno va costruito «con i nostri fedeli un rapporto di vera fiducia, di collaborazione cordiale e responsabile, di formazione esigente».
A questo proposito l’Arcivescovo lancia l’iniziativa di una “Settimana di formazione di base”, da svolgersi a livello zonale, «per favorire una più intensa comunione di intenti tra chi, nella varietà dei compiti e dei servizi, condivide l’impegno della missione evangelizzatrice della Chiesa di Milano».