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Federico Borromeo fa realizzare delle medaglie per agevolare la canonizzazione di san Carlo

di don Mirko Guardamiglio

Medaglie_di_san_Carlo
Medaglia, d. San Carlo Borromeo / r. humilitas, 28 gr; Ø mm 46, inv. N. 79, Milano, Biblioteca Ambrosiana, medagliere.

Lara Maria Rosa Barbieri attraverso un’indagine condotta presso l’Archivio storico diocesano di Milano ed in particolare sul fondo della Mensa Arcivescovile presenta in modo dettagliato le medaglie realizzate per sostenere il processo di canonizzazione del compatrono della Diocesi di Milano. Lo studio della Barbieri trae spunto da una breve nota, un’indicazione quasi marginale, che riaffiora nella lunga lista dei conti annotati nei Libri Mastri della Mensa Arcivescovile: si tratta del pagamento di Dominico Pellegrino per la realizzazione di n. 48 medaglie d’argento registrato il 14 novembre 1603. Il compenso, di lire 21 e soldi 19, si andava a sommare alle spese sostenute dal cardinale Federico Borromeo per la decorazione della cappella privata nell’Arcivescovado, affidata al medesimo artista e saldata il 13 dicembre dello stesso anno. A dispetto della proverbiale estraneità di Federico a proposito del processo di canonizzazione di san Carlo, non si può certo negare un coinvolgimento diretto del Cardinale nel promuovere la devozione al suo predecessore. L’istanza per l’apertura del processo venne presentata dalla congregazione degli Oblati il 26 febbraio del 1601 ed il 4 novembre successivo si celebrò la prima festa in onore del beato Carlo. In occasione del Sinodo diocesano del maggio 1602, il clero milanese – di concerto con l’autorità civile – si mosse chiedendo all’Arcivescovo di farsi promotore della canonizzazione essendo ormai «approbata la santità». Scorrendo i diversi capi di spesa registrati nei Libri Mastri della Mensa per gli anni dell’episcopato di Federico Borromeo (1595-1631), in prossimità della solenne santificazione di Carlo, sono cospicue le voci che riguardano il pagamento di vari artigiani per la produzione di quadri e di medaglie. In particolare, attorno alle medaglie, si era creato un vero e proprio commercio perché si riteneva avessero un potere taumaturgico al pari delle reliquie. Tuttavia non è possibile stabilire con precisione il numero di medaglie prodotte dato che molto spesso nella nota di spesa non veniva specificato il loro quantitativo. Degno di nota è sapere che fra i beneficiari della generosità di Federico Borromeo vi furono i dottori dell’Ambrosiana, per i quali vennero fatte realizzare alcune medaglie d’oro dai maestri orafi fiorentini, ma vi furono anche piccoli fanciulli, che al termine delle funzioni domenicali ricevevano un primo indottrinamento, oppure anche le persone semplici incontrate in occasione della visita dell’Arcivescovo alle parrocchie come attestato, ad esempio, dal Rivolta a proposito della visita pastorale del Cantone svizzero dei Grigioni del 1608.

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FONTI:
M. R. Barbieri, A proposito delle medaglie «d’ordine del Signor Cardinale»: Federico Borromeo committente per san Carlo in «Rassegna di Studi e Notizie» vol. XXXIX anno XLIII, Comune di Milano, Milano 2017, 249-251.

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