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Consultando l’Archivio storico Diocesano di Milano si possono ricavare, in maniera parziale, dati relativi alla presenza e alla gestione degli Enti ecclesiastici ed Istituti Religiosi presenti in Diocesi

di Cristian Lanni

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Dalla consultazione dell’Archivio storico Diocesano di Milano si possono ricavare, in maniera parziale, dati relativi alla presenza e alla gestione degli Enti ecclesiastici ed Istituti Religiosi presenti nel territorio della Diocesi ambrosiana. per meglio chiarire, sono presenti i dati relativi agli Istituti fino al XVIII secolo, ovvero fino a quando l’impero austriaco prima e Napoleone poi non attuarono un’operazione massiccia di incameramento e soppressione di Enti ecclesiastici e religiosi. Certamente, alla base di questa operazione vi fu il progressivo cambiamento dei rapporti tra Stato e Chiesa che iniziò sin dal XVII secolo. Da una prima consultazione si nota come i primi ad essere soppressi ed incamerati furono i conventi con un numero di membri inferiore a 12; arrivando nel 1772 ad aver soppresso una quarantina di Istituti. Ai Religiosi membri degli Istituti soppressi fu lasciata la scelta del passaggio ad altri Istituti, della secolarizzazione o del ritorno in famiglia. Interessante la possibilità di potersi ritirare in convitti, con una pensione erogata direttamente dal cosiddetto fondo di religione (cf. L. Antonielli, Il rivolgimento istituzionale: dal 1750 all’Unità, in Storia della Lombardia, L. Antonielli – G, Chittolini [curr.], vol. II, p. 57).

Dai documenti conservati presso l’Archivio storico diocesano si possono rilevare alcuni elementi importanti relativi agli Istituti religiosi soprattutto in epoca immediatamente precedente e concomitante con il Concilio di Trento. Si può leggere in un Memoriale come fosse dilagante la preoccupazione in merito alle eventuali discussioni che si potessero tenere in Concilio e soprattutto a quelle che avrebbero potuto in qualche modo limitare la libertà dei Monaci e dei Frati; libertà di cui avevano goduto sino ad allora. In modo particolare si fa chiaro che gli Istituti fossero soggetti alla Sede Apostolica ed ora, la probabilità di raggrupparle per congregazioni avrebbe comportato senza dubbio la perdita di alcune facoltà ai singoli conventi e monasteri. Il memoriale si conclude con la proposta di ricercare alcune argomentazioni ragionevoli che potessero impedire tale decisione in sede di Concilio.

Nei medesimi volumi sono conservate integralmente le costituzioni del convento di San Francesco di Milano. Può interessare la struttura di tali disposizioni legislative. La prima parte è dedicata alla celebrazione della Messa; dalla privata alla conventuale. La seconda alla celebrazione dell’Ufficio, con la disposizione orario in cui celebrare le Ore (il mattutino, di notte, prima dell’alba, terza e sesta alle 14, nona alle 17, vespri alle 20 e compieta alle 22). Seguiva il capitolo sulla clausura, sulla mensa e solamente alla fine la parte relativa ai beni e alle elemosina. Un impianto decisamente diverso se paragonato alle odierne costituzioni in cui, nella maggior parte dei casi l’impianto risulta differente o quantomeno esteso più nella parte relativa all’autorità e alla gestione dei beni.

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