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Tenerezza e cura

10 Aprile 2016

 

DOMENICA 10 APRILE

 

 

At 28,16-28 / Sal 96 (97); Rm 1,1-16b; Gv 8,12-19

 

«Gesù parlò loro e disse: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”». (Gv 12,12)

 

Abbiamo spesso la percezione di camminare nelle tenebre. Sono quelle che abitano dentro di noi, nelle nostre inquietudini, nelle nostre ferite, e sono quelle che ci circondano nei segni quotidiani di violenza e di ingiustizia. Quando si cammina al buio si è incerti ed insicuri. E proprio la sicurezza preoccupa i nostri giorni: la chiediamo alle autorità civili e per essa siamo disposti a rinunciare anche a qualche aspetto della nostra libertà.

Ma la questione non è quella di farci tenere per mano da qualcuno, piuttosto di trovare la vera luce che possa rischiarare anche un tempo confuso e provato. Allora la fede in Gesù risorto è proprio la luce che può accompagnare davvero questo nostro tempo e renderci capaci di perseveranza, di fedeltà, di testimonianza.

Gesù risorto, avendo vinto il male e la morte, è questa luce a cui il Padre stesso dà testimonianza. Dio stesso ci dice che su Gesù possiamo contare, di lui ci possiamo fidare. Allora non temiamo le tenebre ma le attraversiamo; non le cancelliamo ma le affrontiamo. Perché la luce della vita ci accompagna, senza abbagliarci, e ci mostra la strada che sta davanti.

 

 

Preghiamo

 

Ti ringraziamo Signore Gesù,

perché tu sei luce che attraversa la notte,

tu sei compagno di strada e punto di riferimento.

Ti rendiamo grazie, perché la tua testimonianza

ci indica il volto misericordioso del Padre.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, Pasqua 2016, Centro Ambrosiano, Milano]