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Da ricco che era si fece povero

26 Febbraio 2013

Gen 13,12-18; Sal 118 (119); Pr 4,20-27; Mt 5,31-37

Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio. Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno. (Mt 5,34.37)

“Io invece vi dico… né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre”. Gesù ci conduce per mano dopo che abbiamo confessato al pozzo la nostra sete. Sete di capire, sete di senso, di realizzazione, di felicità.
È urgente la liberazione della giustizia legalista e formale per quella del regno dove si incontrano la misericordia, la giustizia e la pace.
Trasparenti, sinceri, dire e fare dall’abbondanza del cuore.
Verità e sincerità non hanno bisogno di giuramenti, hanno posto le loro fondamenta nell’amore e produrranno gesti, promuoveranno relazioni segnate dalla fiducia e la fedeltà.
La nostra vita liberata, sincera, racconta chi è il Signore del nostro cuore e ne gioiranno coloro che ci vivono accanto e ci incontrano.
E la nostra società umana, non ha forse bisogno di vite che dicano ‘sì’ e ‘no’ belli, onesti, amorosi e saldi di cui fidarsi?

Preghiamo

Accogli, o Dio onnipotente, le nostre suppliche e, come segno del tuo amore paziente, donaci quel perdono di cui ci infondi la fiduciosa speranza.
(dalla liturgia)