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Nella vigilanza: inizio di un’attesa

26 Novembre 2011

Ez 7,1.15-27; Sal 101 (102); Eb 8,6-10; Mt 12,43-50

«Gesù disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, so-rella e madre”». ( Mt 12,49)

Chiunque compia la volontà divina non si sottomette a qualcosa o qualcuno più grande e potente di noi, ma compie un gesto profetico che ci fa cogliere la stretta vicinanza al Signore, fino a al punto di essere considerati parenti stretti di Gesù e fratelli tra noi attraverso la stessa fede. La vera parentela di fede con Gesù nasce non solo dall’ascolto della sua parola, ma anche fare in concreto la volontà del Padre: mettere in pratica l’ascolto della sua parola diventa uno stile di chi è madre, fratello e sorella di Gesù. I veri parenti di Gesù non sono coloro che gli vogliono parlare ma sono quelli che lo vogliono ascoltare. Ma quanto siamo capaci di ascoltare il Signore? In questo brano è chiaro che ci sono legami che vanno al di là della carne e del sangue, che ci sono valori che superano le mode e che le nostre fatiche possono essere superate volgendo lo sguardo a Gesù. Si è parenti di Gesù quando ascoltiamo la sua parola e mettiamo in pratica la volontà del Padre.
Chiediamoci: la nostra preghiera è solo un elenco di richieste che vogliamo affidare al Signore perché siano soddi-sfatte oppure è anche un desiderio di realizzare quanto il Signore ci chiederà?

 

Preghiamo

Sì, per chi ti ama, Gesù, sei tutta la sua famiglia.
Trovo in questo cuore unico, che non ne ha di simili,
tutto quanto desidero.
Trovo il mio Cielo!

(S. Teresa di Gesù Bambino)

 

 

da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano