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Noi, qui, per continuare l’incarnazione

3 Gennaio 2017

 

Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc 2,36-38

 

«Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.»   (Lc 2,38)

                                                                                             

Fin dal suo inizio, la vita di Gesù è caratterizzata da incontri particolari con uomini e donne: in fondo Gesù è venuto nel mondo per aiutare l’uomo ad incontrarsi con Dio. Oggi, l’incontro è con una donna molto anziana, rimasta vedova in giovane età e che passa il suo tempo a servizio del tempio e a servizio di Dio con digiuni e preghiere. Anche lei, come Simeone, riconosce nel Bambino il Messia da tanto tempo atteso e non smette di lodare e di parlare di Dio. Ma come fanno Anna e Simeone a riconoscere proprio in questo bambino, e non altri, il Messia predetto dai profeti?

Da Anna e Simeone dobbiamo imparare a vivere l’atteggiamento della vigilanza, del saper dedicare il proprio tempo “a servizio”, della disponibilità al Signore con fede, del saper raccontare quanto Dio sta compiendo nella loro vita e nella vita degli uomini di ogni tempo. La saggezza dell’età porta a vivere con verità la grande novità della nascita del Figlio di Dio. Parlare della redenzione che si sta compiendo vuol dire parlare di Dio presente nella vita, oggi, in questo tempo.  

 

Preghiamo

 

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie…

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia…

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.                     

                     (Sl 97,1-3)

 

 

 

[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]