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Benedetto il Signore in eterno

31 Ottobre 2011

Ap  10,1-11; Sal 17; Gv 14,12-15

 

“Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni lingue e re“.  (Ap 10,11)

 

Il libro inghiottito da Giovanni, come dice il testo di Apocalisse, prima gli riempie il palato di dolcezza e poi le viscere di amarezza. La dolcezza simboleggia l’annunzio della chiesa vittoriosa, mentre l’amarezza è l’annunzio delle sofferenze che ne colorano la storia. E compito dell’apostolo è di continuare nei secoli a proporre la verità rivelata.

“Chi crede in me – dice Gesù – anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi” perché non si è soli a confrontarsi con la storia e con il Padre dei cieli, ma in comunione col Figlio per rendere gloria al Padre che, a sua volta, non lacia soli i suoi figli, ma ascolta le loro preghiere.

 

Preghiamo col Salmo

Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

Se mi dimentico di te, Gerusalemme,

si dimentichi di me la mia destra;

mi si attacchi la lingua al palato

se lascio cadere il tuo ricordo.