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Letture Rito Ambrosiano

Sap 4,7-5,1; Sal 15; Mc 10,23-27

24 Febbraio 2011

 Giovedi, 24 Febbraio 2011 LETTURA Lettura del libro della Sapienza 4, 7 – 5, 1 Il giusto, anche se muore prematuramente, / si troverà in un luogo di riposo. / Vecchiaia veneranda non è quella longeva, / né si misura con il numero degli anni; / ma canizie per gli uomini è la saggezza, / età senile è una vita senza macchia. / Divenuto caro a Dio, fu amato da lui / e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove. / Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza / o l’inganno non seducesse la sua anima, / poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello / e il turbine della passione perverte un animo senza malizia. / Giunto in breve alla perfezione, / ha conseguito la pienezza di tutta una vita. / La sua anima era gradita al Signore, / perciò si affrettò a uscire dalla malvagità. / La gente vide ma non capì, / non ha riflettuto su un fatto così importante: / grazia e misericordia sono per i suoi eletti / e protezione per i suoi santi. / Il giusto, da morto, condannerà gli empi ancora in vita; / una giovinezza, giunta in breve alla conclusione, / condannerà gli empi, pur carichi di anni. / Infatti vedranno la fine del saggio, / ma non capiranno ciò che Dio aveva deciso a suo riguardo / né per quale scopo il Signore l’aveva posto al sicuro. / Vedranno e disprezzeranno, / ma il Signore li deriderà. / Infine diventeranno come un cadavere disonorato, / oggetto di scherno fra i morti, per sempre. / Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto, / e li scuoterà dalle fondamenta; / saranno del tutto rovinati, / si troveranno tra dolori / e il loro ricordo perirà. / Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati; / le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli. / Allora il giusto starà con grande fiducia / di fronte a coloro che lo hanno perseguitato / e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. SALMO Sal 15 (16) ® Indicami, Signore, il sentiero della vita. Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene». Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. ® Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. ® Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. ® Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. ® Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. ® VANGELO Lettura del Vangelo secondo Marco 10, 23-27 In quel tempo. Il Signore Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».