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Letture Rito Ambrosiano

Sap 11,24-12,8a.9a.10-11a.19; Sal 61; Mc 10,46b-52

1 Marzo 2011

Martedi, 1 Marzo 2011 LETTURA Lettura del libro della Sapienza 11, 24 – 12, 8a. 9a. 10-11a. 19 Tu ami tutte le cose che esistono / e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; / se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. / Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? / Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza? / Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, / Signore, amante della vita. / Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. / Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano / e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, / perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore. / Tu hai odiato gli antichi abitanti della tua terra santa, / perché compivano delitti ripugnanti, / pratiche di magia e riti sacrileghi. / Questi spietati uccisori dei loro figli, / divoratori di visceri in banchetti di carne umana e di sangue, / iniziati in orgiastici riti, / genitori che uccidevano vite indifese, / hai voluto distruggere per mezzo dei nostri padri, / perché la terra a te più cara di tutte / ricevesse una degna colonia di figli di Dio. / Ma hai avuto indulgenza anche di costoro, perché sono uomini. / Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti, / giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento, / sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva / e la loro malvagità innata, / e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata, / perché era una stirpe maledetta fin da principio. / Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo / che il giusto deve amare gli uomini, / e hai dato ai tuoi figli la buona speranza / che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento. SALMO Sal 61 (62) Rit.: Tua, Signore, è la grazia; tua la misericordia. Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio. ® Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. ® Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio, tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo. ® VANGELO Lettura del Vangelo secondo Marco 10, 46b-52 In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.