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Gocce di cultura

Chiara Zappa, Noi, cristiani d’Arabia, Emi – collana parole non crociate, 2011 Bologna

Con prefazione di mons. Bernardo Gremoli vicario apostolico dell’Arabia Saudita dal 1975 al 2005.

Felice Asnaghi

4 Febbraio 2013

La giornalista della rivista “Mondo e Missione” in questo reportage sulla difficile condizione dei cristiani nella Penisola Arabicaci regala 140 pagine che si leggono velocemente ma che rimangono impresse nel cuore del lettore con facilità.
La scrittrice nelle prime pagine ricorda che già nei primi secoli d.C. esistevano tribù cristiane nel Golfo Persico e che scavi archeologici avevano rinvenuto chiese e monasteri. Si trattava di comunità cristiane combattute a ferro e fuoco da Maometto, vessate da pesanti tasse e travagliate dalle frequenti dispute teologiche, tanto da essere completamente assorbite dall’Islamismo. Per più di un millennio non si seppe più nulla fino a quando nell’Ottocento si costituì un primo nucleo cristiano di circa 15mila persone. Poi il discorso volge all’attualità.                                                                                                         Nel suo libro l’autrice non ha fretta di tirare conclusioni, svolge bene il lavoro che sa fare: la giornalista. Ci informa attraverso un’attenta inchiesta sulla condizione di vita delle comunità cristiane del Golfo Persico presenti negli stati dello Yemen, dell’Oman, degli Emirati, del Qatar, del Bahrein, del Kuwait e dell’Arabia Saudita. Le cifre parlano chiaro: su una popolazione di 64 milioni di abitanti, 6 milioni e mezzo sono immigrati di cui quasi 3 milioni di fede cattolica per via del flusso di lavoratori indispensabile per l’economia locale.                                                                                                                        Il prospetto seguente è di per sé esaustivo:

 

Stato

 Popolazione

  Immigrati

   Cattolici

Parrocchie

Arabia Saudita  

26.000.000

28%

1.500.000

Nessuna

Bahrein

1.234.000

39%

65.000

2

Kuwait

3.500.000

65%

 350.000

4

Qatar

1.640.000

87%

120.000

1

Emirati Arabi

8.200.000

85%

650.000

7

Oman

640.000

28%

60.000

4

Yemen

23.000.000

Pochi

4.000

4

Totali

64.214.000

  6.580.000

 2.749.000

22

 

 

L’eco della primavera araba con il suo alto prezzo di vite umane pagato nello scontro tra popoli e regimi denota quanto sia alto il deficit di democrazia nelle terre dell’Islam. Il concetto di libertà in vigore in questi paesi non è certo in linea con le linee programmatiche dell’Onu del quale fa parte anche l’Arabia Saudita. In questo paese è addirittura vietato praticare, anche nel chiuso della propria casa, una religione diversa da quella islamica di tradizione sunnita. Esiste perfino una polizia speciale incaricata di vigilare e reprimere: le violazioni, gli arresti, le espulsioni sono all’ordine del giorno. Curiosa la posizione delle comunità islamiche europee: non una parola di condanna per gli abusi verso i cristiani! Viene da chiedersi se esista veramente un Islam moderato. Si ha l’impressione che, senza le stampelle del potere e della polizia, la fede musulmana vacilli perfino nel suo terreno più favorevole.
Probabilmente bisognerebbe comportarsi come la Norvegia che ha bloccato il flusso di soldi provenienti dall’Arabia con lo scopo di finanziare una moschea, fino a quando l’Arabia non si decida a concedere e a garantire la libertà religiosa.
In queste terre vige una regola per i cristiani: l’obbligo di mantenere un basso profilo e non dar fastidio, pena l’essere immediatamente espulsi. Non sono ancora una realtà la certezza delle regole democratiche e il rispetto degli statuti dei lavoratori, tantomeno un sincero dialogo tra le religioni.  

Ora entriamo nel dettaglio del libro analizzando i vari capitoli.
Il tutto iniziò con la scoperta del petrolio e con quello che venne chiamato l’oil boom, negli anni cinquanta quando il Qatar e gli Emirati iniziarono l’estrazione. Qui cominciarono ad arrivare lavoratori da tutto il mondo. La grande svolta avvenne negli anni settanta con il balzo del prezzo del petrolio: da allora le multinazionali si stabilirono in loco e il flusso dei migranti fu inarrestabile. Le poche chiese cattoliche divennero la casa di chi aveva la famiglia in patria. Il sagrato si trasformava e si trasforma in un melting pot: un popolo multicolore, multirazziale che anima il luogo di venerdì, giorno di festa, subito dopo la messa.
La scrittrice presenta varie persone che sono divenute punto di riferimento per i cristiani di questi luoghi.
Periferia di Abu Dhabi, dove un grande ponte collega la terraferma all’isola, qui nel ghetto di Mussafah vivono gli schiavi: indiani, pakistani, iraniani, bengalesi, nepalesi, cinesi, coreani intenti a costruire grattacieli, alla completa mercé dei signori delle multinazionali. Qui risiede George, cattolico praticante, che ha trasformato la sua officina in un luogo di aiuto, di preghiera con tanto di cappella nel grande labour camp.
Grace Relicio Princesa, ambasciatrice filippina, non ha smesso un giorno di difendere la sua gente, soprattutto le donne sfruttate e segregate in case di privati. L’ambasciata ha dovuto creare al suo interno un rifugio dove ospitare queste donne private della libertà con a carico assurde denunce e quindi impossibilitate sia ad espatriare sia a circolare nel paese.
Il vescovo Paul Hinder, frate cappuccino svizzero, è stato nominato vicario apostolico d’Arabia. Su precisa volontà del Papa, in qualità di vescovo latino, parla a nome di tutti i cattolici uniti: dalle chiese d’oriente a quelle d’occidente. Qui le varie etnie e chiese satelliti sono presenti in modo massiccio ed è indispensabile mantenere l’unità per rapportarsi con gli Stati ospitanti ed in un contesto islamico fortemente maggioritario.
Il ruolo delle associazioni femminili cristiane in questa terra di migranti è importante. Sempre attente al bisogno delle famiglie, sia alle loro condizioni economiche, sia personali.
SuorMagdalen Lonergan, un’irlandese, svolge un compito delicato. Il suo consultorio cerca di venire incontro alla fragilità delle unioni familiari minate dalla lontananza tra gli sposi e le depressioni che in molti casi minano la salute del coniuge lontano da casa.
Renato Casiraghi di Bresso è l’architetto che ha progettato e seguito i lavori di costruzione della cattedrale “Our Lady of the Rosary” in Qatar. Lavora e vive con la famiglia da una vita nell’Emirato.
Altre figure chiave di questa storia di pellegrini sono il pastore protestante Amanuel Ghareeb e il vescovo cattolico Camillo Ballin, vicario apostolico dell’Arabia del Nord.
Un ruolo chiave è svolto dalle scuole cattoliche presenti nella penisola e frequentate in maggioranza da figli di musulmani. Il loro impegno educativo è molto apprezzato dallo Stato e dalla popolazione.