L’identità dell’oratorio ambrosiano


L’originalità della proposta educativa

La sapiente tradizione educativa della nostra Chiesa locale ci consegna l’oratorio quale strumento capace di promuovere un’autentica umanità e insieme di creare un contesto favorevole per il compiersi del complesso processo di trasmissione della fede alle nuove generazioni 15. Ogni singola parrocchia abbia di preferenza il suo oratorio, quale strumento prezioso per prendersi cura dei ragazzi, dei preadolescenti e degli adolescenti.

L’oratorio propone un’esperienza di vita tendenzialmente totalizzante o che comunque investe tutte le dimensioni proprie della vita del ragazzo attraverso la proposta della preghiera, dell’ascolto della Parola con la catechesi, della forte esperienza comunitaria, del gioco e dello sport, dell’apertura culturale, dell’impegno caritativo e sociale; tutti questi ambiti si intrecciano tra loro e fanno nascere sintesi originali e sempre in evoluzione. Proprio per la sua tendenziale onnicomprensività e il suo essere una proposta educativa globale, l’oratorio è il contesto naturale degli itinerari di iniziazione cristiana se essi non vogliono essere dei cammini solo teorici scollegati dalla vita del bambino e del ragazzo. L’oratorio deve rimanere vicino ai ragazzi e alle loro famiglie. Una caratteristica fondamentale dell’oratorio, che lo distingue da altre pur interessanti analoghe proposte, laiche o anche cristiane, è quella di essere sempre in equilibrio tra la precisione e la chiarezza della proposta e la sua tendenziale apertura a tutti.

L’oratorio non può e non vuole essere l’unica espressione della pastorale giovanile, della quale resta tuttavia lo strumento privilegiato e prioritario, capace di dire molto della cura pastorale della parrocchia per le fasce giovanili. Esso educa la persona del ragazzo in tutte le sue espressioni di vita e le sue facoltà mediante il metodo dell’animazione, cercando il più possibile di offrire una proposta educativa totalizzante o quantomeno capace di considerare l’integralità della persona, attraverso l’attenzione a tutte le sue dimensioni; per questo l’oratorio, attraverso molteplici attività e diversi punti di riferimento educativi, vuole proporsi come ambiente quotidiano di crescita umana e spirituale, attraverso relazioni significative gratuite e continuative. Non è facile trovare una definizione capace di sintetizzare tutta la potenzialità educativa dell’oratorio che è fatta di relazioni e attività, preghiera e gioco, impegno e divertimento: esso costituisce una palestra di vita cristiana nella quale maturare la propria identità personale, il rapporto con gli altri e l’elaborazione di significati.

Il principio generativo dell’oratorio fa riferimento all’esperienza del bello che spesso nella vita di un ragazzo precede quella del bene, e avviene a partire dall’attenzione concreta all’ascolto dei desideri e dei bisogni, mediante la presenza di riferimenti educativi significativi in grado di far comprendere ad ogni ragazzo di essere amato e per questo ascoltato, accompagnato e custodito.

Lo stile dell’oratorio, a partire dalla visione cristiana dell’uomo, vorrebbe far proprio il principio dell’incarnazione che è a fondamento del vangelo: perciò l’oratorio sceglie il metodo dell’animazione, ponendo al centro la persona concreta del ragazzo, con le sue domande, i suoi bisogni e le sue potenzialità, attraverso dinamiche attive che favoriscono la partecipazione diretta e il coinvolgimento personale, promuovendo tutte le dimensioni della libertà e valorizzando tutti i linguaggi. La tipicità della proposta dell’oratorio, per sua natura sempre poliedrica, si attua in modo particolare in un contesto pastorale con appartenenza diversificata e cammini differenziati che riconoscono le possibilità di ciascuno e cercano il bene del singolo, rifuggendo la tentazione dell’uniformità. Realizzare cammini differenziati non significherà perciò separare necessariamente dei gruppi, ma proporre a tutti un itinerario costituito da diversi moduli che il discernimento degli educatori saprà adattare ad ogni singola situazione. Proprio a partire da questo l’oratorio, secondo la felice intuizione di san Giovanni Bosco, si propone così di essere «casa che accoglie, chiesa che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi», fedele all’intuizione originaria di coniugare annuncio del vangelo e promozione umana.

Il profondo cambiamento sociale mette in luce la significativa presenza in oratorio di ragazzi e adolescenti di diverse origini e di tradizioni religiose e culturali differenti, italiani o provenienti da altre parti del mondo; questi ragazzi trovano nell’oratorio un luogo prezioso per la loro crescita, per la loro formazione umana e per la coltivazione della loro fede. L’oratorio assume volentieri questa nuova presenza, e senza perdere la sua specifica connotazione cristiana si presenta come un luogo fisico e umano di grande ospitalità, favorendo ogni forma di integrazione e di reciproca comunione.

Fra tradizione e innovazione

La lunga storia dei nostri oratori è stata capace di raccogliere diversi apporti derivanti da esperienze carismatiche come quella di san Filippo Neri e san Giovanni Bosco, senza rinunciare ad elaborare una sintesi originale sempre in divenire. Nel complesso contesto culturale odierno, caratterizzato da cambiamenti forti e veloci, viene chiesto all’oratorio di ripensarsi continuamente per poter essere sempre capace di interpretare e accogliere i vissuti giovanili e insieme di introdurre all’esperienza di fede a partire da una prospettiva totalizzante ed unificante, attraverso proposte significative e stimolanti, con uno stile vivace e coinvolgente.

Per poter arrivare a questo sarà necessario operare un profondo rinnovamento e un intenso discernimento a partire dalle dinamiche più concrete e ordinarie della vita dei nostri oratori, quali i tempi e i luoghi, i progetti e i programmi, le priorità e le urgenze. Tutto ciò dovrà avvenire cercando sempre nuovi equilibri tra identità e missione, memoria e profezia, persone e istituzioni, località e mobilità. In particolare, i nuovi assetti proposti dalle varie tipologie di pastorale d’insieme interrogano l’oratorio circa il suo ruolo e i suoi compiti specifici. In tale prospettiva è importante ribadire che normalmente l’oratorio continua a identificarsi con la struttura che ne costituisce la sede, pur all’interno delle iniziative condivise con gli altri oratori della stessa Unità di Pastorale giovanile. Diverso è il caso, comunque ancora piuttosto raro, di oratori che gestiscono tutte le attività in modo comune, senza che ve ne sia alcuna legata al singolo oratorio: in questo caso si è in presenza di un unico oratorio con più sedi. Tale realtà chiede di essere approvata dal Vicario episcopale di Zona e ratificata dal competente ufficio di Curia.

L’oratorio abita un territorio e si riferisce continuamente ad esso creando sinergie tra le diverse agenzie educative e promuovendo, per quanto possibile, una conoscenza reciproca e una condivisione dei progetti, tese a propiziare un lavoro di rete stabile e concreto, nell’interesse esclusivo dei ragazzi e delle loro famiglie. Tra le diverse agenzie educative e le istituzioni si cercherà di costruire un rapporto privilegiato con la scuola, le società sportive, le associazioni di volontariato e le amministrazioni locali.

La storia dei nostri oratori ci consegna una grande attenzione alla distinzione di genere nei processi educativi in età giovanile. Dopo il superamento degli oratori distinti, non sempre si è saputo salvaguardare e reinterpretare l’attenzione alla diversità tra maschile e femminile, che oggi chiede di essere coltivata attraverso nuove modalità, in un sapiente equilibrio con l’attenzione alla coeducazione.

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