È distribuito lungo due anni pastorali: nel primo viene affrontato il tema della vocazione, mentre nel secondo quello della missione.


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L’immagine che soggiace e sostiene tutto l’itinerario formativo dei diciottenni e dei diciannovenni, illuminandone dall’interno il merito, lo stile e i contenuti, è quella di Pietro e Giovanni, che al mattino di Pasqua correvano insieme verso il Signore risorto (cfr.Gv 20, 4). La loro appassionata ricerca, la gioia della scoperta e il ritorno commosso tra i fratelli e le sorelle racchiudono in un ritratto prezioso il viaggio di questi anni, destinato, del resto, a prolungarsi per tutta la vita. Indichiamo alcuni passi fondamentali da vivere nella propria Unità di Pastorale giovanile attraverso i quali strutturare il percorso spirituale rivolto a quanti stanno vivendo questa età della loro vita: il percorso formativo dei diciottenni e dei diciannovenni viene presentato in maniera articolata e completa nel suo metodo e nei suoi vari passaggi in alcuni sussidi predisposti dal Servizio giovani, strumenti indispensabili per gli educatori.L’itinerario spirituale è distribuito lungo due anni pastorali: nel primo viene affrontato il tema della vocazione, mentre nel secondo anno quello della missione. In un periodo della vita in cui una ragazza o un ragazzo di diciotto anni scopre il fascino della propria libertà, il tema della vocazione unifica e chiarisce l’identità e il fine della persona e del suo compito nella storia: l’esistenza viene unificata dalla sua origine al suo compimento e si qualifica come un dono di Dio. L’accoglienza della vocazione esige una libertà che impegna i propri desideri e le proprie scelte, le quali fanno dell’esistenza una risposta all’amore di Dio. Nel secondo anno, il tema della missione mette in luce la forza della risposta alla propria vocazione: il Signore affida a ciascuno un compito nella vita e un posto nella storia degli uomini; un giovane diciannovenne è invitato ad allargare lo sguardo per avere una visione più completa e più matura del mondo e della realtà degli uomini, così che possa capire qual è la strada che deve percorrere nella vita e a quali compiti si deve dedicare. La gioia del vangelo ricevuto diventa la forza del suo annuncio e della sua testimonianza.

Per iniziare l’itinerario è innanzitutto opportuno creare, in occasione della Redditio Symobli, un incontro particolare di almeno una giornata nella forma del ritiro spirituale o della vita comune, durante il quale illustrare il percorso da compiere e favorire la relazione del gruppo che si va costituendo. Tra le tappe è auspicabile qualche uscita comunitaria sulle tracce dei testimoni della fede, soprattutto attingendo al tesoro della storia della spiritualità e ai luoghi caratteristici della tradizione cristiana.

La scrittura guidata della propria Regola di vita accompagna i diciottenni e i diciannovenni nei due anni di cammino spirituale. La regola che viene consegnata al termine del secondo anno nella mani dell’Arcivescovo in occasione della Redditio Symboli è il segno di un’appropriazione personale della fede e indica le prospettive delle scelte future. Questa stessa età della vita diventa un momento propizio per aiutare i giovani diciottenni e diciannovenni ad intraprendere un cammino spirituale guidato, che si avvicini sempre più alla direzione spirituale. Ciascuno cercherà una guida spirituale che lo possa seguire singolarmente, ed è un impegno di tutta la comunità cristiana adulta far emergere qualche persona che sia adatta a questo prezioso accompagnamento. Durante questo cammino vengono proposti gli Esercizi spirituali annuali nel tempo della Quaresima.

Per aiutare i diciottenni e i diciannovenni a conoscersi meglio e per sottolineare che il cammino è da viversi comunitariamente e non singolarmente, si suggerisce di coinvolgerli in una vera e propria esperienzadi gruppo, distinta da quella rivolta agli adolescenti e ai giovani, meglio ancora se è organizzata a livello di Unità di Pastorale giovanile, così da mettere in comune e far fruttificare al meglio le risorse educative disponibili. Non si trascurerà di proporre a livello comunitario qualche impegnativa esperienza di servizio e di carità: il servizio nella carità è indispensabile per la maturazione della fede. La prima forma di servizio sono innanzitutto il proprio lavoro o il proprio studio quotidiano; tuttavia è anche opportuno indicare qualche luogo significativo di intervento, favorendo una presenza precisa di prossimità verso i poveri.

Tenendo conto dell’importanza della relazione in questa età della vita e nella provata convinzione che un tempo vissuto insieme può costituire concretamente un aiuto per la formazione di personalità ordinate e mature, si propone durante i due anni del cammino dei diciottenni e dei diciannovenni di vivere insieme qualche settimana di vita comune: un tempo di vita comunitaria è in grado, se è costruito e condotto bene, di esprimere una vera pedagogia della fede, la quale riprende dalla tradizione cristiana la pratica della preghiera e della carità. I tempi, gli spazi, le relazioni, l’ordine delle cose, il rispetto reciproco si possono vivere concretamente in una casa comune, con sobrietà e attenzione all’altro. La vita comune sia sempre pensata con precisione di temi e di contenuti, non sospenda gli impegni usuali della vita quotidiana e sia sempre accompagnata da educatori preparati.La presenza di un sacerdote può favorire il colloquio spirituale e la celebrazione dei sacramenti.

(Dal Progetto di Pastorale Giovanile Camminava con loro. La Comunità Cristiana (vol. 2), Centro Ambrosiano, Milano 2011, pp. 102-105)

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