Gv 21, 15-17.19b


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Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.». E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

 

L’Icona evangelica dell’anno oratoriano 2015-2016 si riferisce al dialogo di Gesù risorto e dell’apostolo Pietro sul Lago di Tiberìade, narrato nel capitolo 21 del Vangelo secondo Giovanni  (Gv 21, 15-17.19b). L’Icona di quest’anno è l’apice di un cammino, quello del discepolo che segue il suo maestro e, fidandosi di lui fin dal principio, cambia pian piano tutta la sua esistenza, il suo modo di pensare e di agire, i suoi sentimenti e si «lascia educare». Accanto a questa Icona c’è quindi il riferimento a tutti quei brani evangelici dove entra in gioco la figura di Pietro: dalla sua chiamata, alla sua vita accanto a Gesù che continuamente lo provoca e lo mette in discussione, dal suo entusiasmo nel voler condividere la vita del maestro, fino alle sue cadute e incomprensioni e al tradimento che, appunto, viene cancellato dalla forza dirompente dell’amore del Risorto e dalla adesione di Pietro, che dimostra di volersi affidare fino in fondo.
Gli episodi evangelici «con Pietro» possono fare tutti da sfondo e scandire il cammino che stiamo, in modo esigente, chiedendo ai ragazzi e alle comunità educanti per quest’anno.
Il percorso di Pietro parla del discepolo che è chiamato ad essere come il maestro: «è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore» (Mt 10, 25). Ma, abbiamo visto proprio in Pietro, come nella nostra esperienza, non è sempre così: è facile perdere il riferimento, farsi prendere dal dubbio o ancor di più dalla paura e dal distacco, pensarla a modo proprio, avere la pretesa di dire sempre l’ultima parola e di guidare anziché essere guidati e lasciarsi educare.
Ma a Gesù importa il nostro amore e la nostra piena fiducia. Una risposta che siamo chiamati a dare esplicitamente, come ha fatto Pietro, per poi abbandonarsi alla volontà di Dio che è la sua risposta al nostro desiderio di realizzazione e di felicità. Emerge in questo percorso anche la nostra vocazione; essa è innanzitutto l’accoglienza di un dono grande che è l’amore di Dio ed è chiamata a vivere nel mondo «come Gesù», affinché il mondo possa sapere che il suo amore, anzi la sua misericordia, è proprio per tutti e che vivere la vita buona del Vangelo è vivere da uomini e donne compiuti!
La presentazione più organica dell’Icona evangelica dell’anno oratoriano 2015-2016 sarà a disposizione nel sussidio «Come Gesù» che sarà inviato a tutti gli oratori gratuitamente nella spedizione de Il Gazzettino della Fom n. 8 del 1 settembre 2015.

 

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