Questa mattina la giornata di Oratorio estivo a Bareggio è iniziata con la visita speciale del nostro Arcivescovo Mario Delpini che ha incontrato la vivacità dei ragazzi nell'ambito dei festeggiamenti per l'80° anniversario della posa della prima pietra di quell'oratorio.

Giulia Campanini

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Per i ragazzi della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa di Bareggio è stata una giornata speciale. Questa mattina alle 8.30, a bordo di un’Alfa degli anni ’20 ha fatto il suo ingresso in oratorio l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini.

La visita cade proprio nel giorno di san Luigi, santo a cui è dedicato l’oratorio e di cui ricorre l’ottantesimo dalla posa della prima pietra.

In un clima di festa, tra i palloncini, le magliette colorate dei bimbi e quelle gialle degli animatori e con l’inno dell’Oratorio estivo AllOpera, l’Arcivescovo è salito sul palco, dove il parroco, don Luigi lo ha accolto come “dono per la comunità”.

Il momento con cui iniziano le giornate di Oratorio estivo è la preghiera e l’Arcivescovo, come il “don degli oratori” ha presieduto questo momento. Come ha fatto in varie occasioni incontrando ragazzi e adolescenti, ha raccontato una storia: la storia di san Luigi. Il racconto non è stato una semplice “biografia” del santo, ma l’Arcivescovo ha parlato di un villaggio in cui vivevano tre persone: il tonto, il tanto e il tinto. Il tonto era “colui che faceva le cose senza capire e che dava tutto per scontato”. Il tanto “voleva sempre di più: se aveva un gioco, ne voleva due”. Infine il tinto “era sempre preoccupato della sua immagine, dell’apparire”. San Luigi, con il suo agire, ha fatto capire a tonto, tanto e tinto che la vita è un dono e che ognuno deve essere “sopresa per il mondo”. Questo è il segreto della felicità!

I ragazzi hanno poi colto l’occasione per fare tre domande all’Arcivescovo.

– Un comunicando ha chiesto “che cosa ti aspetti da noi?”. La risposta è stata “Io mi aspetto da voi che siate contenti, che voi abbiate dentro la gioia” e inoltre “la gioia viene dall’amicizia con Gesù”.

– Un preadolescente ha chiesto se è sempre stato facile seguire Gesù. Per l’Arcivescovo lo è sempre stato e ogni occasione deve essere occasione per amare.

– Infine un adolescente ha chiesto come poter vivere al meglio il servizio in oratorio. L’Arcivescovo ha risposto “vivendo insieme, diventando amici, fratelli e sorelle”. Questo è possibile guardando gli altri con lo sguardo di Gesù.

Monsignor Delpini ha poi fatto un dono a tutti i ragazzi e collaboratori dell’oratorio: ha regalato un’immaginetta con una preghiera scritta da lui. Nello spiegare il significato della preghiera, ha emanato un editto: ogni giovedì sera, tutti i ragazzi devono recitarla insieme a tutta la famiglia.

Ai polsi degli animatori e dei collaboratori questa mattina si è aggiunto un braccialetto: l’ormai famosa “patacca” Fom con la scritta “Io sono originale: la domenica vado a Messa”. Nel distribuirla, l’Arcivescovo si è raccomandato che l’andare a messa non deve essere solo per il periodo del catechismo, ma un appuntamento fisso per tutta la vita.

Al termine della visita non potevano mancare i regali sia per l’Arcivescovo che per don Stefano Guidi, direttore della Fom: una foto di tutti i bambini dell’oratorio, un disegno celebrativo dell’ottantesimo dell’oratorio fatto per l’occasione da Fabio Vettori in tiratura limitata e una maglietta con nome e numero, subito indossata da entrambi.

L’Arcivescovo ha inoltre consegnato delle targhe a tre collaboratori “storici” dell’oratorio per ringraziarli del servizio che svolgono con passione.

Una visita breve, ma che ha lasciato il segno in tutti i presenti.

C’è chi ha visto “don Mario” per la prima volta, come i bambini di prima e seconda elementare che l’hanno abbracciato come se fosse una persona di famiglia. C’è invece chi lo ha già incontrato in piazza Duomo per l’incontro animatori o a San Siro facendo il figurante in campo. Proprio nei volti degli animatori si è vista la gioia: un incontro che ti cambia, che ti spinge a metterti sempre più in gioco alla ricerca della vera felicità.

I più grandi hanno definito le parole dell’Arcivescovo “parole concrete che toccano il cuore della gente”.

Per don Marco Cazzaniga, coadiutore dell’oratorio San Luigi, quello di oggi è il frutto di un cammino iniziato dieci anni fa, un cammino di comunità pastorale tra oratori dove si vedono i frutti.

Da don Luigi Verga, responsabile della Comunità pastorale, arriva invece l’augurio per tutti gli animatori: la scritta sul braccialetto non sia solo un insieme di colori, ma uno stile di vita. Chi, infatti, segue gli insegnamenti dati dal nostro Arcivescovo, si fa portatore del vero amore.

 

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