Il Papa ha voluto offrire all’intera Chiesa universale un documento di preparazione al Sinodo sui giovani, dal titolo molto significativo: "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale". A questo testo ci ispireremo per la proposta di Pastorale Giovanile dell’anno che andiamo a iniziare.

Sua Ecc.za Mons. Pierantonio Tremolada
Vescovo

Anno pastorale 2017-2018 - Sito

L’anno pastorale che si apre è segnato dal grande evento della nomina del nuovo Arcivescovo. Scrivo queste righe il giorno dopo l’annuncio della elezione di Mons. Mario Delpini alla guida della Diocesi ambrosiana. A lui va tutta la nostra stima e il nostro affetto, insieme con l’assicurazione della nostra preghiera. Si intraprende con lui un cammino che avrà modo di precisarsi col tempo anche dal punto di vista della Pastorale giovanile. Coniugare continuità e novità è il compito di ogni nuovo pastore e costituisce l’essenza di ogni tradizione che sia veramente tale. Non esiste infatti una tradizione fissa e inerte, di pura conservazione; la vera tradizione è per definizione viva e dinamica, in continuo sviluppo.

Mentre si era in attesa del nuovo pastore, non si è potuto però fermare il consueto processo che conduce ogni anno alla identificazione del pensiero guida per la Pastorale giovanile e quindi anche al tema cui si ispireranno i suoi tradizionali eventi e i suoi sussidi. Ci siamo lasciati così ispirare, su indicazione dello stesso Arcivescovo Angelo Scola, dalla celebrazione del Sinodo sui giovani prevista per l’autunno dell’anno 2018. Un evento così rilevante di fatto configura il prossimo anno pastorale come un anno di preparazione al Sinodo sui giovani. Così, in effetti, deve essere anche secondo il pensiero di papa Francesco. Lo dimostra il fatto che, tramite una apposita Commissione, egli abbia voluto offrire all’intera Chiesa universale un documento di preparazione al Sinodo sui giovani, dal titolo molto significativo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. A questo testo noi ci ispireremo per la proposta di Pastorale giovanile dell’anno che andiamo a iniziare.

Cosa significa questo concretamente? Significa che anzitutto ci metteremo in ascolto dei giovani, come raccomandato dal documento stesso: lo faremo nei modi che il responsabile della Pastorale giovanile, don Massimo Pirovano, illustrerà, in accordo soprattutto con i responsabili della Pastorale vocazionale e della Pastorale universitaria. Questa azione unitaria tra le diverse anime della Pastorale per i ragazzi e i giovani – ed è il secondo punto che ci sta a cuore – sarà estremamente importante. Essa punterà ad assumere con chiarezza e decisione la prospettiva vocazionale, prospettiva qualificante l’intera Pastorale giovanile. Certo, occorre intendere bene il senso della parola “vocazione”, esposta purtroppo a interpretazioni riduttive. La vocazione è il modo stesso di intendere la vita: essa implica una viva percezione della propria soggettività e libertà, ma anche la capacità di dare senso a ciò che si è e si fa nell’orizzonte del mistero di Dio e della fede in Lui, cioè nella fiduciosa convinzione che egli rivela negli eventi di ogni giorno e proprio in questo modo chiama ciascuno a dare verità a se stesso. La vita come vocazione porta con sé, insieme con il primato della fede, l’educazione al discernimento e l’esigenza dell’accompagnamento. Su queste parole verterà la proposta di Pastorale giovanile per il prossimo anno.

Le frasi scelte per il cammino dei giovani e dei ragazzi sono le seguenti: “Venite e vedrete”, per i primi; “Vedrai che bello!” per gli altri. Sono frasi che si ispirano alla figura del discepolo amato, molto cara al quarto Vangelo, che compare nel documento di preparazione al Sinodo come figura emblematica dell’esperienza credente dei giovani. L’episodio a cui si allude con queste due frasi è raccontato in Gv 1,35-39: ai due discepoli che si mettono a seguire Gesù dopo aver sentito dire da Giovanni Battista che egli era l’Agnello di Dio e che gli domandano: “Maestro, dove abiti?”, Gesù risponde: “Venite e vedrete!”. Così comincia di fatto per loro un cammino di discernimento e di personale accompagnamento e insieme si apre la prospettiva di una lettura della propria vita in prospettiva vocazionale.

A tutti i ragazzi e ai giovani della nostra Diocesi vorrei rivolgere personalmente l’augurio di un anno pastorale sereno e intenso, ricco di grazia e di gioia. Vorrei estendere lo stesso augurio ai sacerdoti e a tutti gli educatori, a cominciare dai genitori. Cerchiamo insieme la volontà di Dio sulle nostre vite e questo ci darà pace. Viviamo ogni momento come un appello dell’amore di Dio, sentendoci sempre accompagnati dallo sguardo mite e affettuoso di Gesù, il nostro grande Dio e salvatore. Cerchiamo il suo volto, lasciamoci raggiungere dal suo sguardo nel segreto di noi stessi, attraverso la rivelazione che la vita stessa porta con sé. Lo Spirito santo ci sia maestro in questa azione che in verità è un’arte, l’arte del discernimento spirituale e pastorale. Il Padre che è nei cieli, da cui proviene ogni bellezza e ogni bontà, benedica il nostro cammino.

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