A cura della Commissione diocesana per la Formazione dei Responsabili di Pastorale Giovanile


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Il ripensamento in atto non esclude la presenza dell’educatore professionale retribuito, ma ridefinisce questa figura e la ricolloca nel nuovo contesto pastorale.

Tale figura può essere di natura molto varia, con riferimento ai tempi di presenza e agli ambiti di azione pastorale.  A tale proposito si rimanda ancora una volta alle Prospettive di Pastorale giovanile, nella parte III al punto 8:

«Una riflessione particolare meritano le figure educative professionalmente retribuite. Esse rispondono ad una logica che è sempre e solo quella dell’annuncio del Vangelo e del servizio alla Chiesa: il loro non sarà mai semplicemente “un lavoro”. La Chiesa provvede al giusto sostentamento economico di persone che decidono di mettere a sua disposizione le proprie energie e competenze: dovrà farlo con serietà e rigore, considerando il giusto diritto di queste persone e sapendo che qui intervengono anche disposizioni specifiche sul versante civile. Le comunità cristiane sono chiamate a operare in questo senso un attento e continuo discernimento, affinché la presenza di tali figure risulti una ricchezza per la PG, non mortifichi il servizio educativo volontario (che deve rimanere la forma ordinaria), risulti economicamente sostenibile e giuridicamente appropriata».

Anche a tali figure sarà necessario offrire un percorso formativo modulare e permanente, che sia proporzionato al loro impegno e modellato a partire dalle competenze già acquisite. Tale percorso formativo sarà condizione per l’abilitazione diocesana. Non si reputa necessario un mandato pastorale esplicito, se non in riferimento alle dinamiche contrattuali che stabiliscono tempistiche, durata e mansioni.

Un discorso a parte merita la Cooperativa Aquila e Priscilla, che dal 1997 è presente in molti oratori della Diocesi attraverso il servizio qualificato dei suoi dipendenti. Ad essa si chiede di ricollocarsi all’interno dell’attuale percorso diocesano, nella linea di una presenza educativa qualificata e professionalmente retribuita, senza che ciò coincida con la responsabilità della direzione dell’Oratorio.

A partire dalla tipicità di ciascuna situazione andrà calibrato il rapporto tra il direttore d’oratorio (che si occupa della regia educativa complessiva) e quello dell’educatore (che garantisce la presenza effettiva e la conduzione delle attività).

0. Introduzione

1. Percorso diocesano e documenti di riferimento

2. Linee programmatiche

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