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Un Gruppo di studio promosso dall’Osservatorio giuridico legislativo regionale d’intesa con la Fism ha elaborato strumenti giuridici e organizzativi a beneficio di parrocchie ed enti morali. Li presenta l’ultimo numero di “Ex Lege”

di Lorenzo SIMONELLI
Avvocato generale

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Negli ultimi anni è cresciuta la richiesta delle parrocchie di un supporto per la buona gestione e organizzazione dell’attività di scuola per l’infanzia. Per rispondere a questa domanda l’Osservatorio giuridico legislativo regionale della Conferenza episcopale lombarda ha promosso, d’intesa con la Direzione Regionale della Fism, un “Gruppo di studio” con il preciso mandato di elaborare gli strumenti giuridici e gestionali idonei a sostenere le parrocchie e gli enti morali che in Lombardia gestiscono centinaia di scuole per l’infanzia.

Il Gruppo ha lavorato per un anno lasciandosi guidare da tre principi al fine di garantire la sostenibilità (economica e organizzativa) di questa preziosa attività educativa: custodire il radicamento sul territorio degli enti gestori, favorire una scuola «il più possibile per tutti» (come ha recentemente chiesto papa Francesco) e, infine, promuovere la capacità di progettarsi anche in ambito gestionale (e non solo educativo).

Il radicamento sul territorio

La molteplicità di enti gestori si sta rivelando non più sostenibile nel contesto attuale; tuttavia una delle principali risorse su cui contano le scuole per l’infanzia presenti in Lombardia è proprio il legame con le comunità alle quali rendono il servizio educativo-scolastico. Le comunità locali (i piccoli Comuni, le frazioni, le comunità parrocchiali) da sempre assicurano una molteplicità di preziosi servizi e supporti ai quali non è né possibile, né ragionevole rinunciare: anzitutto le collaborazioni spontanee e gratuite offerte dai nonni e dalle famiglie dei bambini iscritti, ma prima ancora il sostegno affettivo che circonda ciascuna scuola.

In quest’ottica non si ritiene, pertanto, opportuno concentrare la loro gestione in pochi grandi enti, in quanto si perderebbe questo radicamento territoriale. Nel contempo il Gruppo ha elaborato alcune soluzioni capaci di garantire altre forme di aggregazione tra le scuole, rispettose del legame con le comunità che le hanno generate.

Una scuola “il più possibile per tutti”

Già attorno alla metà del XIX secolo le parrocchie e gli altri enti civili avevano generato centinaia di asili infantili per rispondere al nuovo bisogno di accudire i bambini più piccoli mentre i genitori lavoravano. Tutti erano accolti a prescindere dalle risorse economiche delle famiglie. Questa scelta, che metteva al centro il bambino, si mostrò profetica ed eccezionalmente ricca di buoni frutti, tanto da aver convinto anche lo Stato a promuovere la costituzione di asili in tutti i territori che ne erano ancora sprovvisti. Negli ultimi anni del XX secolo sono però venute meno alcune delle condizioni che avevano consentito la nascita e la vita di tanti asili: in particolare la contrazione delle vocazioni religiose, che erano la spina dorsale degli asili, e la necessità di poter disporre di ingenti mezzi economici per poter continuare a garantire tale servizio.

Pur permanendo queste difficoltà, il Gruppo si è impegnato per costruire nuovi modelli organizzativi capaci di rendere più efficace la gestione delle scuole e l’uso delle risorse ancora garantite dalla comunità (per esempio, le collaborazioni gratuite, l’organizzazione di eventi per la raccolta fondi, la manutenzione – anche straordinaria – degli edifici scolastici).

Una scuola che “si progetta”

La capacità di sviluppare un’adeguata progettazione economica e organizzativa non è ancora un punto di forza delle nostre scuole, ma è ormai assolutamente necessaria per garantire la loro sostenibilità in un futuro almeno prossimo. Certo tutti dispongono della contabilità fiscale, ma mancano gli strumenti operativi per poter avere un minimo di controllo di gestione e per elaborare il budget degli anni a venire.

Il Gruppo ha dunque progettato un applicativo web che, a partire dai dati già elaborati dai commercialisti, consenta alle parrocchie di verificare durante l’anno l’andamento economico e finanziario dell’attività e di elaborare il preventivo.

 

 

 

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