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Sabato 26 novembre si è svolto presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso il Ritiro Spirituale d'Avvento predicato da don Davide Milanesi, da pochi mesi delegato dell'Ordo Virginum della Diocesi di Milano Un incontro che ha visto la partecipazione numerosa di sorelle consacrate e in formazione. Eravamo 68 in tutto.

di Gloria Mari

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Giornata ritmata dalla preghiera e dal silenzio, per entrare: “in punta di piedi nel mistero dell’incarnazione accompagnati dalla Parabola del Buon Samaritano e da Vincent Van Gogh”. Siamo state guidate attraverso una rilettura davvero originale delle figure principali ma anche apparentemente secondarie del famoso brano evangelico lucano. Personaggi come l’albergatore si sono rilevate paradigmatiche per il nostro cammino di vergini consacrate nella diocesi di Milano.

E la scelta di questo testo, che a una lettura frettolosa, non parla immediatamente dell’evento puntuale dell’incarnazione, è stata motivata da don Milanesi come un aiuto “ad illuminare la decisone di Dio di farsi carne in Gesù di Nazareth”.

Partendo dalla domanda “chi è il mio prossimo” questa parabola ci ha introdotto in un ambiente in cui Gesù sembra trovarsi più a suo agio: la strada. Luogo privilegiato dove il Signore incontra gente, guarisce, si commuove, predica e sfama la folla. “Le cose più belle nei Vangeli – ha continuato il delegato – capitano in luoghi laici come la strada e la tavola”. Un tema che ha aperto alla riflessione su come vivere la nostra laicità da consacrate, riprendendo i Lineamenta dell’Ordo Virginum della Chiesa Ambrosiana, dove al punto 2.4 si legge: “la consacrata vive il suo cammino di fede pienamente partecipe delle gioie, delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini di questo tempo”. E da un testo così possono nascere in effetti molti propositi per l’avvento.

Guardando il dipinto di Van Gogh – ha concluso don Davide – si vede tutta la fatica del buon samaritano nel sollevare questo uomo per innalzarlo sopra il suo cavallo. A me pare che l’immagine voglia raccontarci tutta la fatica che Dio compie per sollevare l’uomo affinché nel suo volto risplenda il volto di Dio”.

Un incontro senza dubbio arricchente per tutte anche per il momento importante vissuto durante la Messa conclusiva della giornata. Dove si è celebrato in forma sobria il rito di ammissione tra le candidate alla Consacrazione, che sancisce il passaggio dal primo biennio al secondo biennio.

Siamo tornate arricchite e mosse dal desiderio di vivere ancora più intensamente la preparazione al Santo Natale con il grido della sposa “Marana tha” vieni Signore Gesù.

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